Parla il manager italiano che rientrando dalla Cina potrebbe avere trasmesso il coronavirus all’uomo di Codogno ricoverato da ieri in gravi condizioni.
Il paziente zero
Si trova in ospedale in un ferreo isolamento ma di fatto non ha nulla: nessun sintomo, nessuna positività. Il raffreddore che aveva avuto qualche giorno fa è un ricordo. È il Paziente Zero, un manager italiano rientrato dalla Cina con un volo da Shanghai il 21 gennaio scorso. Potrebbe essere lui ad avere trasmesso il contagio del coronavirus al Paziente Uno, il 38enne di Codogno ricoverato da ieri in gravi condizioni.
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Un manager spesso in Cina
L’uomo ieri ha parlato con alcuni giornalisti e spiegato la sua situazione che nessuno, nemmeno lui riesce a spiegarsi. È un dirigente della Mae, un’azienda di Fiorenzuola d’Arda e viaggia spessissimo: soprattutto in Cina. Il suo nome lo avrebbe fatto la moglie del paziente zero, anche lei contagiata e oltretutto incinta. In poche ore gli uomini dell’unità di crisi sono riusciti a risalire a lui. Lo hanno prelevato e portato all’ospedale Sacco per le analisi che hanno dato ancora una volta esito negativo.
Inspiegabile
“Come me lo spiego? – viene chiesto all’uomo – non me lo spiego. Sono tornato dalla Cina che stavo benissimo a parte un leggero raffreddore che mi è passato in due giorni. Fino a ieri ho mangiato, bevuto e dormito senza alcun problema e del coronavirus sapevo dalle tv o dai giornali”. È in ospedale ma non ha niente.
Il momento del contagio
I medici hanno ricostruito tutte le sue abitudini e i suoi ultimi spostamenti: “Con M. (il paziente uno n.d.r.) ci siamo visti per un paio di cene e una birretta. Stava benissimo, ci siamo visti cinque o sei volte all’inizio del mese. In quel periodo avevo un lieve raffreddore cui non ho dato alcun peso. In Cina vado spessissimo, anche per tre-quattro mesi l’anno nella succursale della mia azienda. Prima di rientrare sono stato sottoposto a tutti i controlli ed erano tutti negativi. Ormai sono in Italia da un mese”.
Potrebbe trattarsi di un caso raro, ma non impossibile di contagio asintomatico. Tutto fa pensare che il coronavirus sia entrato in Italia tramite lui. Anche suo cognato, che come lui e il paziente è originario di Castiglione d’Adda, sarebbe risultato positivo al tampone.
L’ansia per l’amico e i genitori
La sua preoccupazione va all’amico: “È un pensiero continuo, siamo amici fraterni da sempre… non so spiegarmi quello che è successo e posso solo sperare che tutto vada nel modo migliore. Sono molto preoccupato anche per i miei genitori. Ai medici ho dato tutto il mio tempo e la mia disponibilità”.
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Le città si chiudono per difesa
Tra le province di Piacenza e Lodi quasi tutti i comuni, compresi quelli capoluogo, hanno deciso di chiudere le scuole e le attività pubbliche: sospesi i festeggiamenti per il carnevale. Chiusura per molti bar, ristoranti, sale giochi e sale da ballo. Numerosi eventi sportivi giovanili e dilettantistici sono stati rinviati. Grande preoccupazione anche tra i dipendenti della Mae e della Unilever, l’azienda del paziente uno, che ieri ha lavorato regolarmente.