In Italia non si può parlare di epidemia di coronavirus: a rassicurare – parzialmente – l’opinione pubblica arriva il parere di Giovanni Maga, direttore dell’ Istituto di genetica molecolare del CNR. Ma la situazione potrebbe cambiare.
“Non c’è un’epidemia di SARS-CoV2 in Italia. Il quadro potrebbe cambiare ovviamente nei prossimi giorni, ma il nostro sistema sanitario è in stato di massima allerta e capace di gestire efficacemente anche la eventuale comparsa di altri piccoli focolai come quello attuale”. Ad affermarlo è Giovanni Maga, direttore CNR-IGM (Istituto di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche), che prova a rassicurare, per quanto sia possibile, la popolazione italiana. “Ribadiamo – aggiunge Maga – che al di fuori dell’area limitatain cui si sono verificati i casi, il cittadino può continuare a condurre una vita assolutamente normale. Seguendo le elementari norme di igiene, soprattutto levandosi le mani se ha frequentato luoghi affollati, ed evitando di portarsi alla bocca o agli occhi le mani non lavate”. Consigli pratici e semplici da applicare, che possono fare la differenza. Insomma, nel fare il punto alla luce dell’evoluzione dell’infezione di coronavirus in Italia, per Maga è possibile affermare che ” il rischio è basso”, invitando a evitare un eccessivo allarmismo.
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“Due sono i problemi che il sistema di sorveglianza in queste ore sta affrontando con estrema rapidità ed efficienza: identificare la fonte dell’infezione e limitare la diffusione del virus” spiega ancora Maga. “Per evitare eccessivo allarmismo è bene ricordare innanzitutto che 19 casi su una popolazione di 60 milioni di abitanti rendono comunque il rischio di infezione molto basso. Solo nelle zone attualmente interessate dalla circolazione il rischio è superiore ma al di fuori di queste, la situazione rimane come
nelle scorse settimane” aggiunge. Le indicazioni in caso di dubbi sono semplici e chiare: il cittadino che ritenga di avere avuto contatti con persone attualmente poste sotto sorveglianza o che provenissero dalla Cina, soprattutto se manifesta sintomi influenzali, dovrebbe segnalarlo al 112 o al 1500 per essere preso in carico dagli operatori specializzati. Non serve correre al pronto soccorso né chiudersi in casa. Al momento – sempre secondo Maga – parliamo di un gruppo di pochi casi localizzati e i cui contatti sono tracciati: Inghilterra, Germania, Francia hanno avuto episodi simili senza conseguenze.
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