Continua ad estendersi la mappa dei contagi che in poco più di ventiquattro ore si è amplificata a diverse province e regioni anche molto lontane l’una dall’altra.
L’allarme scatta nel primo pomeriggio, poco dopo le 14 quando una ragazza arriva al pronto soccorso dell’ospedale di Lanciano. Lamenta febbre alta, tosse, vomito e una sensazione quasi di stordimento. Gli operatori del ricevimento impiegano pochi secondi a capire che si tratta di un caso limite e la conducono immediatamente in una stanza più appartata.
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Anche se i primi riscontri danno esiti contraddittori e ufficialmente non si parla di contagio, scatta l’emergenza. Dopo il primo tampone faringeo ne viene effettuato un secondo ma i medici preferiscono non correre rischi. Anche perché la ragazza risulta essere appena rientrata da Padova, uno dei centri dove il COVID 19 ha già ucciso.
La giovanissima viene trasferita con un’ambulanza equipaggiata per il rischio batteriologico al reparto malattie infettive di Vasto dove verrà tenuta in isolamento. Secondo le informazioni diffuse dal Servizio Prevenzione e Tutela Salute della Regione Abruzzo si tratta di una semplice forma precauzionale. Non sarebbe la prima volta che il coronavirus si manifesta in modo subdolo, mascherandosi dietro una negatività iniziale.
Gli esami di laboratorio della ragazza sono subito stati inviati a Pescara ma nel frattempo la 17enne resterà in isolamento. Verrà reidrata e sottoposta al trattamento necessario per abbassare la febbre e ridurre la sintomatologia. Si tratta comunque di un quadro clinico comunque migliore rispetto ai primi riscontrati a Codogno e Padova. Due le persone che erano state ricoverate ieri e che in poche ore sono morte per gravi complicazioni polmonari e respiratorie. La prognosi della ragazza ricoverata ora a Vasto non desta preoccupazioni e il suo quadro clinico è sostanzialmente normale.
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Il caso della ragazza che si è recata direttamente al pronto soccorso anziché rivolgersi al personale sanitario ha ulteriormente alzato l’emergenza su come determinati sintomi devono essere affrontati da parte della cittadinanza. “Non andate in ospedale autonomamente – tornano a sottolineare i funzionari del ministero della salute – rivolgetevi sempre al 112 e fatevi soccorrere in casa in modo sicuro e rispettando tutte le garanzie per la sicurezza vostra e degli altri”.
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