Lo conferma la Regione Lombardia che parla di un uomo di 78 anni residente a Sesto San Giovanni e ricoverato in condizioni stabili.
Due morti, cinquantanove contagiati (uno in Piemonte, quarantasei in Lombardia oltre ad altri dodici in Veneto) mentre la mappa dei focolai si estende. In Piemonte c’è un contagiato, si tratterebbe di un podista che avrebbe avuto un contatto con il 38enne di Codogno durante una gara la settimana scorsa.
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L’ultimo contagiato è un uomo di 78 anni residente a Sesto San Giovanni che sarebbe ricoverato già da alcuni giorni al San Raffaele di Milano. Sulla sua positività non ci sono più dubbi dopop l’esito dei tampni: il trattamento in stato di strettissimo isolamento è già iniziato.
Preoccupano anche le confusioni tra casi sospetti e casi conclamati. Per tutta la giornata su Whattsapp sono comparsi messaggi che riguardavano potenziali contagi in diverse città. Basta una mascherina all’interno di un ospedale o un pronto soccorso chiuso e si sparge la psicosi. Ieri si parlava di casi a Napoli, a Rho, ad Asiago. Non si escludono persone che possono avere i sintomi del virus, come nel caso della 17enne ricoverata a Vasto: ma il numero delle persone contagiate viene aggiornato comunicate ufficialmente dai funzionari della regione di pertinenza.
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Indipendentemente dall’ansia per i nuovi casi, sicuramente molti perché l’Italia è comunque il paese europeo più colpito, il quadro è difficile. Il caso milanese viene confermato intorno alle 18.30: era ricoverato al San Raffaele per una forma di insufficienza respiratoria. Dopo la positività al virus i funzionari della sanità regionale stanno cercando di ricostruire i suoi ultimi spostamenti e i contatti più recenti per partire con una serie di indagini a tappeto nel suo ambiente familiare.
Il sindaco di Sesto San Giovanni Roberto Di Stefano pubblica quasi subito un messaggio sulla pagina Facebook del Comune: “Siamo in contatto con Regione Lombardia e con le autorità sanitarie per seguire gli sviluppi e decidere che azioni intraprendere. Non è il momento di farsi prendere dal panico, ma di tenere i nervi saldi e collaborare per il bene della comunità con impegno”.
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Il Governatore del Veneto Zaia ha confermato l’intenzione di chiudere le facoltà universitarie di tutta la regione che coinvolgono oltre 110mila studenti, con una foltissima presenza straniera. La decisione potrebbe essere imitata anche da altre regioni a cominciare dalla Lombardia che ha una popolazione universitaria altissima, più di 200mila studenti suddivisi tra atenei pubblici e privati con numerosissimi campus e residenze riservate.
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