Quando uscì Scream, nel 1996, sembrava che tutti gli horror avessero preso ad esempio la pellicola. Ma non Valentine – Appuntamento con la Morte
Scream creò, per così dire, una sorta i “formula slasher” che prevedeva un po’ di humour, tanta paura e un sacco di cliché. Film come So Cosa Hai fatto l’estate Scorsa per esempio, hanno seguito la falsariga di Scream. E anche Valentine, sotto certi punti di vista. Tuttavia ci sono dei “guizzi” di genialità che differenziano la pellicola e meritano di essere elencati.
La vicenda narrata nel film è abbastanza familiare. Un gruppo di ragazze: Kate (Marley Shelton), Paige (Denise Richards), Shelley (Katherine Heigl), Dorothy (Jessica Capshaw) e Lily (Jessica Cauffiel). Le protagoniste vengono assassinate una per una da un ex compagno di classe che tormentavano nella loro infanzia. Inoltre, il film si svolge nel periodo di San Valentino, da cui il titolo. E si apre con una ballo di San Valentino del 1988. Durante quella sequenza di apertura, l’assassino, Jeremy Melton, chiede alle sue compagne di classe di ballare con lui solo. La maggior parte di loro lo rifiuta. Tredici anni dopo quel ballo, Jeremy torna per vendicarsi.
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La sua premessa di base, insieme all’identità del killer evidente, si traduce nella cattiva reputazione del film di essere un film slasher copia e incolla dei classici del genere. Tuttavia, mentre la mancanza di un grande mistero che circonda l’antagonista può essere un punto a sfavore, Valentine – Appuntamento con la Morte è più interessato a esaminare gli errori commessi dai personaggi principali. Li segue principalmente durante l’età adulta per dimostrare se abbiano o meno imparato dal tormento che hanno causato a Jeremy a media. Ovviamente si suggerisce una storyline di Jeremy vittima di bullismo reiterato, non solo avvenuto nel giorno del ballo. Quindi il film si chiede se alcune di loro abbiano effettivamente capito quanto fosse sbagliato il loro bullismo.
Inoltre il bullismo fa di Jeremy lo psicopatico che prima assolutamente non era. A scuola venne accusato di aver assalito Dorothy ma lui nn lo fece mai. I suoi compagni lo consideravano pazzo perché così lo dipingevano i bulli. E da adulto tutto ciò di cui lo accusavano diventa reale. Insomma, il suo divenire killer non è motivato da una voglia intrinseca di popolarità (cosa che spesso accade con questi personaggi), tutt’altro. Melton è guidato dalla sua indignazione per essere stato privato di un’esistenza ideale a causa del tormento subito dai suoi compagni di classe e dall’accusa che ha sconvolto la sua vita.
Quindi, nonostante Valentine abbia una trama che lo discosta dal genere classico, cade comunque in alcuni archetipi. Per esempio, Kate è l’innocente del gruppo, Page la promiscua, Dorothy una falsa e bugiarda. Insomma, il film non è scevro da cliché ma gli si deve dare il merito di aver provato a trattare temi diversi in un genere, l’horror, che di archetipi è sempre colmo.
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