Uno dei pionieri del movimento prova a spiegare i recenti dissidi all’interno del gruppo. “Ora bisogna che ci si prefissi un obiettivo chiaro e condiviso”, dice Maurizio Tarantino.
Il Movimento delle Sardine continua a essere al centro dell’interesse mediatico in Italia. Ed è proprio questo il tema di cui si parla con Maurizio Tarantino. Si tratta di uno dei primi esponenti del movimento, uno di quelli che c’era già nella storica manifestazione di Bologna. Intervistato per Open, Tarantino ha provato a tracciare un bilancio di ciò che sono riuscite a fare le Sardine in questi primi mesi di operato sul piano sociale. Ma con lui sono arrivate anche le prime cause di quello che sembra essere un rapporto che si è leggermente incrinato ai vertici.
“Se dovessi rintracciare un aspetto comune – dice Maurizio Tarantino – , direi che il problema principale è la sovraesposizione mediatica. Di base, questo movimento non ha avuto il tempo e forse la preparazione adatta per creare delle strutture legittimate a coordinare le varie realtà e a esporsi pubblicamente. È capitato spesso in tre mesi che alcuni referenti locali intervenissero in tv o sui giornali per pura iniziativa personale. Il problema è che molti di loro non sono stati riconosciuti dalle altre Sardine dei territori e questo ha causato malumori. Malumori trasformatisi in una corsa al protagonismo“.
Maurizio Tarantino parla anche del fatto che non è facile organizzarsi in un movimento nuovo, che si sta estendendo sempre di più. Il fatto di dover gestire molte città distanti tra loro rischia di complicare i piani. Specialmente se l’organizzazione non è ai suoi picchi massimi. “Si è creata così una situazione di stallo nella quale è stato difficile organizzarsi, conoscersi, e si è arrivati a perdere di vista il fine delle Sardine: stare in mezzo alla gente per dare una rappresentanza politica alle persone inascoltate. Questi problemi di legittimazione sono dovuti all’eccessiva velocità di sviluppo del movimento. Non siamo riusciti a creare una sorta di direttivo in grado di muoversi sui territori, fare delle assemblee e legittimare i referenti locali. Ma non è andata sempre male“.
Maurizio Tarantino e il futuro delle Sardine
Si parla anche della possibilità di stabilire un direttivo nazionale delle Sardine. Ma Maurizio Tarantino ammette che all’interno del movimento bisogna prima porsi delle domande importanti, per capire dove possono arrivare le Sardine. “Prima di stabilire un direttivo nazionale le Sardine devono prefissarsi un obiettivo chiaro e convergere su quello. Le domande da porsi a Scampia sono due. Vogliamo diventare un partito o vogliamo diventare un polo, un’alternativa progressista? La risposta non può essere quella di restare un’associazione culturale perché, primo, resterebbero le problematiche di cui sopra. Secondo, c’è bisogno di qualcosa di più autorevole se vogliamo proseguire il dialogo con i ministeri e gli attori istituzionali. Personalmente, credo che la soluzione più giusta sia quella di diventare un polo progressista, di sinistra. Abbiamo riempito un vuoto di rappresentanza per migliaia di persone e abbiamo creato un’aspettativa enorme. Abbiamo bisogno di essere qualcosa in più di un’associazione per arrivare a influenzare la classe politica di riferimento“.
È dunque necessario che le Sardine trovino il proprio posto nel mondo, prima di avanzare qualsiasi candidatura o proposta. Anche perchè, come dice Tarantino, è giusto essere in primis molto costanti nella propria azione. E allora ecco che vengono svelate le cause del perchè non c’è un coinvolgimento costante da ogni parte. “Prima di portare avanti le proposte devi legittimare una struttura. Altrimenti qualsiasi azione viene considerata un’iniziativa personale. Al di là dei temi, bisogna cucire un coinvolgimento dal basso e renderlo costante, efficace. Questo non avviene ovunque e ha due cause. La prima è sempre quella della velocità di esplosione del movimento. La seconda è la laicità delle Sardine: spesso, per una questione generazionale o per mancanza di una cultura politica adeguata, non si prendono delle posizioni di chiaro indirizzo politico“.
Si chiede a Maurizio Tarantino se bisogni trovare una o più figure che facciano da portavoce del movimento in giro per l’Italia. Ecco la risposta: “Più che dei portavoce abbiamo bisogno di persone brave sul piano organizzativo e nella gestione dei rapporti interpersonali. Troppe volte, in Italia, abbiamo assistito a leader carismatici che poi, sul piano organizzativo, hanno rivelato la propria inconsistenza“. E poi ci si chiede se potranno esserci nuove defezioni nel Movimento delle Sardine. Tarantino non le esclude, fermo restando che è qualcosa di fisiologico in un movimento nuovo che irrompe sulla scena in questo modo. “Non escludo che ci potranno essere delle defezioni, ma è naturale. Quando un fenomeno è così rapido e dirompente, non ci si può aspettare che chiunque l’abbia cavalcato all’inizio possa riconoscersi nella sua sedimentazione“.