Mattarella al Tempio di Roma: si tratta di una visita storica

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in visita al Tempio Maggiore di Roma. “Va sottolineato l’altissimo contributo della comunità ebraica romana alla Storia d’Italia”. E’ la prima volta che il capo dello Stato giunge nella sinagoga romana 

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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Prima volta per Sergio Mattarella presso il Tempio Maggiore di Roma da quando è in carica. Il presidente della Repubblica, accompagnato dalla figlia, con in testa la kippah bianca, si è recato all’interno del Tempio in compagnia del rabbino capo Riccardo Di Segni e dalla presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello. Al momento del suo arrivo è stato accolto dagli applausi del pubblico, tra i quali quelli dei 750 ragazzi delle scuole ebraiche delle elementari, delle medie e del liceo. Nel corso della visita hanno intonato alcuni brani tratti dai Salmi.

In precedenza, ovvero prima del suo intervento nel Tempio Maggiore, Mattarella ha visitato  il museo e il Tempio spagnolo, dove ha incontrato i consiglieri della C.E.R. e alcuni ospiti. Tra questi figuravano i genitori del piccolo Stefano Gaj Taché, ucciso in un attacco di matrice palestinese nel 1982. Presente anche il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi. Mattarella si è poi intrattenuto per il discorso di rito, lungo e partecipe, in cui ha esaltato il contributo della comunità ebraica nel nostro paese.

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Una visita storica al Tempio Maggiore di Roma per Sergio Mattarella

Il discorso del presidente della Repubblica

“Esprimo riconoscenza – ha detto in apertura – alla comunità ebraica Romana per il contributo che ha recato al nostro paese per Storia, cultura, civiltà, vita sociale e delle istituzioni. Un contributo di altissimo livello. E’ questa diversità di apporti la ricchezza del nostro paese. La democrazia esiste perché dà voce alle diversità e il contributo della comunità ebraica italiana è stato decisivo. La Comunità ebraica di Roma – ha proseguito – è la più antica d’Europa. Quando ero bambino, ragazzo, ho vissuto a lungo a Roma e mi sentivo romano, ma fin dalle elementari alcuni compagni di scuola mi dicevano un vecchio detto, secondo il quale ci vogliono 7 generazioni nate a Roma per essere romani; ma voi avete duemila e 200 anni alle spalle e sono ben pochi a Roma che possono sentirsi più romani di voi”.

Mattarella si è poi soffermato sulla promulgazione delle leggi razziali del regime fascista nel 1938: “Storicamente abbiamo vissuto un periodo buio. Circa 82 anni fa l’Italia ha vissuto la vergogna delle leggi sulla razza. Il contributo della comunità ebraica è un pilastro del nostro paese e la nostra Costituzione nell’articolo 3 conclude in maniera irreversibile e definitiva la ricchezza degli apporti al nostro paese e quanto sia importante rispettare le specifiche diversità di ciascuno. Grazie – ha detto in conclusione – per questa accoglienza. Un grazie poi al coro dei bambini: siete bravissimi. Ho chiesto questa visita per rendere omaggio alla comunità ebraica romana, credo la più antica d’Europa”.

Il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, ha aggiunto. “Ogni società  – le sue parole accogliendo Mattarella alla Sinagoga della Capitale – si deve basare su un sistema di leggi. In questo stato, di cui siamo cittadini, il Presidente della Repubblica è il supremo magistrato e il garante della legge e della legalità. Quanto tutto questo sia importante discende dai principi che abbiamo enunciato prima e che ribadiamo continuamente rimanendo fedeli e trasmettendo la nostra tradizione”

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