La mamma pedofila, accusata di aver abusato della figlia, confessa e ammette anche il coinvolgimento dell’altro figlio. “Tutto quello che mi viene contestato è vero. E Facevo le foto anche a lui”. Poi si giustifica dicendo che era in difficoltà economica
La mamma reggiana di 37 anni confessa. “Ciò che mi viene contestato è vero. Ho abusato di mia figlia. E facevo le foto anche all’altro figlio”. È questo quanto emerge dalle dichiarazioni spontanee fatte dalla donna nell’inchiesta partita da Firenze sulle mamme pedofile. Una confessione non ripetuta davanti al giudice poi, nell’interrogatorio di garanzia dopo l’arresto. In quella circostanza ha invece preferito tacere, su consiglio dell’avvocato, ovvero Rosa Todisco del foro di Firenze. Ma le dichiarazioni spontanee sarebbero state fatte alla Polposta, che aveva bussato alla porta di casa sua venerdì 7 febbraio per procedere con l’arresto.
La mamma reggiana di 37 anni che aveva abusato della piccola di soli tre anni, per vendere le foto a un uomo di Grosseto in cambio di soldi, avrebbe commesso le stesse orribili violenze anche all’altro figlio. In manette insieme a lei erano finiti anche l’uomo di Grosseto, 40 anni, e la moglie, complice. Secondo il giudice Agnese Di Girolamo, “Emerge dalle loro chat come assolutamente verosimile l’ipotesi che la gravidanza sia stata voluta con il preciso intento di realizzare le fantasie sessuali condivise”. Un destino analogo, come ricostruito da chat e intercettazioni. Anche la loro piccola infatti era finita al centro di questa terribile storia di abusi.
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Secondo quanto ricostruito, e dalla confessione in mano agli inquirenti, la donna di 37 anni avrebbe parlato apertamente delle difficoltà economiche. Questo aspetto sarebbe alla base degli abusi sessuali, divenuti col tempo su entrambi i figli. “Ho fatto questo per tanti anni ed ho inviato le foto su compenso economico. Mi trovavo – aggiunge nelle dichiarazioni spontanee – in un grave disagio economico e non sapevo cosa fare. Avevo paura che gli assistenti sociali mi portassero via i bambini. Mi sentivo con le spalle al muro”.
Una storia terrificante che, oltre alle ristrettezze economiche, mette alla luce un vero e proprio traffico di foto e video con abusi. Un fenomeno preoccupante, mix di perversione e avidità. E’stata appurata la presenza di tanti individui pronti a pagare per vedere in video rapporti incestuosi e accoppiamenti fra bambini. Grazie all’acquisizione dello smartphone, con cui la donna “produceva” piccoli filmati in cui lei era la protagonista assieme ai suoi figli (che attualmente hanno più di dieci anni), gli inquirenti hanno ricostruito una rete che fa paura.
Il sistema è risultato chiaro agli investigatori. Pagamenti in cambio di foto e filmati, di lei con sua figlia, di lei con suo figlio, di lei con entrambi. I suoi figli, per cui temeva nelle dichiarazioni, sono affidati a un istituto. La giustizia potrebbe optare per la revoca dell’affidamento definitivo dei figli.
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