La cittadina in provincia di Lodi che ospita il primo caso di coronavirus in poche ore scopre la paura. Scuole chiuse, chiusi i negozi e gli esercizi pubblici, sospese le attività ricreative.
Codogno, baseball e lavoro
Codogno è cittadina ricca e laboriosa che si trova tra il Lodigiano e Milano. È famosa per la sua attività artigianale e industriale. Tutti lavorano, c’è una fortissima integrazione anche di chi è arrivato qui dall’Africa dall’Asia e dal Sudamerica. Codogno è orgogliosa di poche cose oltre che del suo bassissimo tasso di disoccupazione: in particolare della sua squadra di baseball che ha vissuto anni di grande splendore arrivando a giocare nel massimo campionato. Era stata definita la Brooklyn Italia perché il suo vivaio sfornava giocatori straordinari e il baseball faceva molto più pubblico bel calcio. Oggi è l’epicentro dell’emergenza coronavirus.
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In sei ore è psicosi
Quando la notizia si sparge la città è già in movimento, le scuole si stanno aprendo, tutti stanno andando al lavoro. Bastano poche ore per scatenare la reazione. Le farmacie si affollano, le mascherine vanno completamente esaurite nell’arco di una cinquantina di chilometri e anche in Italia si scopre il panico, la psicosi da coronavirus. Inizialmente il contagiato è uno solo, un dipendente della Unilever, il colosso dei detersivi, che ha 38 anni e che qualche giorno fa era andato a cena con un amico arrivato dalla Cina. Si era sentito male lo scorso week end. Prima si rivolge al medico di vase, ieri decide di andare al pronto soccorso e viene ricoverato in prognosi riservata e in gravi condizioni. Difficoltà respiratorie, una brutta polmonite. Dopo sole tre ore vengono portate in ospedale altre persone: la moglie, incinta, al Sacco di Milano.
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Le contromisure
È questione di pochissimo tempo: altri due ricoveri a Codogno, con successivo trasferimento al Sacco. In tutto nel pomeriggio il bilancio parla di quattordici persone contagiate: vivono tutti nel lodigiano, a poca distanza tra Codogno, Castiglione d’Adda e Lodi. Le strade si svuotano alcuni comuni annunciano la chiusura delle scuole e la sospensione di qualsiasi attività pubblica, anche le feste del Carnevale. Il sindaco di Codogno Francesco Passerini è il primo a chiedere la chiusura di tutti i bar, i luoghi di assembramento pubblico e di divertimento. Sale giochi, sale da ballo, anche i ristoranti.
Controlli a tappeto
In poche ore l’unità di crisi allertata dalla Regione Lombardia fa scattare una massiccia serie di controlli con tampone e scanner per verificare amici, parenti e colleghi di quello che ora è il Paziente 0, il primo contagiato qui, a casa nostra. Sia all’ospedale di Codogno che al Padiglione G56 del Sacco di Milano viene vietato l’ingresso a chiunque. Pochi cartelli, molto eloquenti, vietano ai parenti di contagiati o sospetti di entrare all’interno dei padiglioni. Tutte le persone contagiate, o che presentano i sintomi di un possibile contagio, vengono trasferite al Sacco con ambulanze ad alto contenimento per il rischio batteriologico.
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Isolamento globale
Le persone isolate in nemmeno dieci ore sono già più di 250. Amici, parenti, colleghi del Paziente 0 e tutti coloro i quali abbiano avuto in qualche modo un contatto con lui nelle ultime 72 ore. La Regione Lombardia, con l’assessore al welfare Giulio Gallera, nel corso della conferenza stampa su questi primi casi di coronavirus tutto italiani, cerca di evitare il panico ma raccomanda: “Occorrono prudenza e buon senso. Chiediamo alle persone che non si sentono bene di restare in casa ed evitare il contatto con altri. Devono chiamare il loro medico curante o il 112 e farsi visitare immediatamente a tutto il resto pensa il nostro personale”.