Carola Rackete ha agito come da protocollo e in maniera corretta. La Cassazione dice no all’arresto per la Comandante della Sea Watch. “Ha rispettato le regole del salvataggio in mare che comporta l’obbligo di sbarcare naufraghi in luogo sicuro”.
Considerando che finora le ha vinte tutte contro l’allora ministro dell’Interno Salvini, per usare un gergo calcistico Carola Rackete batte il leader della Lega 3-0. Sì, perchè all’inizio Carola si è presa la ragione e ha sbarcato i migranti nonostante il no del ministero, poi ha incassato l’ok al processo per Salvini, anche se per una vicenda diversa seppure così simile, e ora il gol del ‘cappotto’ lo ha siglato con la sentenza della Cassazione. Secondo la Suprema Corte la comandante della Sea Watch 3 ha agito in maniera “giustificata” dal rischio di pericolo per le vite dei migranti a bordo della sua nave. In più è stata legittimamente esclusa la natura di nave da guerra della motovedetta perché al comando non c’era un ufficiale della Marina Militare, ma un maresciallo delle Fiamme Gialle.
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La decisione di entrare nel porto di Lampedusa ignorando il divieto del ministero dell’Interno e forzando il blocco navale della Guardia di Finanza è stata presa nel rispetto delle “disposizioni sul salvataggio in mare”. Lo ha spiegato la Corte di Cassazione nelle motivazioni sul ‘no’ all’arresto di Carola Rackete, la comandante della nave della ong Sea Watch con 40 migranti a bordo accusata di aver forzato il blocco navale della motovedetta della Guardia di Finanza che le impediva l’accesso al porto dell’isola siciliana.
Laconico il suo avvovato: “Non andava arrestata”. La decisione, motiva ancora la Suprema Corte, è legata al fatto che “l’obbligo di prestare soccorso non si esaurisce nell’atto di sottrarre i naufraghi al pericolo di perdersi in mare, ma comporta l’obbligo accessorio e conseguente di sbarcarli in un luogo sicuro“.
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Nel corso di una conferenza stampa a Chieti Matteo Salvini, ha commentato la notizia della Suprema Corte: “Pare che la Cassazione, nelle motivazioni, dice che Rackete non andava arrestata, che ‘non ha commesso reato perché al comando della nave c’era un maresciallo della Finanza e non un comandante’, quindi si giustifica lo speronamento, le voglio leggere queste motivazioni. Ma quelli rischiavano di essere schiacciati come vermi, incredibile”.