Ilda Boccassini, sentita come teste al processo sul depistaggio nella strage di via D’Amelio, ha raccontato la sua verità.
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Ilda Boccassini, magistrato italiano, è una dei teste più importanti del processo sulla strage di Via D’Amelio. In aula ha raccontato: “Ero disponibile persino a un trasferimento d’ufficio da Milano alla Procura di Caltanissetta, ma l’allora procuratore Tinebra disse ‘assolutamente no’. Non mi volevano. E io sono stata così imbecille da essere disposta a trasferirmi a Caltanissetta“.
La Boccassini ha continuato: “Se i colloqui investigativi con Vincenzo Scarantino servivano per addestrarlo chi li ha fatti meriterebbe di essere cacciato da ogni funzione pubblica. Prima degli interrogatori, Tinebra si chiudeva in una stanza, solo, con Scarantino. Non so il tempo preciso ma per un bel po’. Poi Tinebra apriva le porte e si entrava a fare l’interrogatorio“.
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Gli unici a dare credito al falso pentito, ha concluso il magistrato, erano i pm Annamaria Palma e Carmelo Petralia, oggi indagati a Messina per calunnia aggravata in concorso, con l’accusa di avere indotto Scarantino a fare delle dichiarazioni.
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