Riescono a sorridere nonostante la stanchezza e l’angoscia di giorni di grande apprensione. Sono i primi italiani che lasciano la quarantena e finalmente possono tornare a casa.
Finalmente aria fresca
Sono le 18:30 in punto quando i primi ospiti della Cecchignola escono alla spicciolata dal cancello. Sono stanchi, hanno lo sguardo perso verso i tantissimi cronisti che li aspettano forse nella speranza di trovare un familiare o un amico che li riporti quanto prima possibile a casa. Appena fuori dal portone respirano a lungo l’aria fresca della serata romana. È il primo gesto di una libertà riconquistata.
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Una quarantena noiosa
La loro quarantena, iniziata in Cina e proseguita all’interno del presidio organizzato dal ministero della sanità e presieduto dai militari del Celio, è stato lungo, sofferto, ma soprattutto noioso: “Le giornate non passavano mai” dice Paolo Nitti modenese che si trovava in Cina per lavoro e che dopo solo un giorno di sosta è stato bloccato per via dell’emergenza coronavirus. “Non ho neanche fatto in tempo a disfare le valigie punto ma considerando tutto quello che è successo forse è stato meglio così. Quando siamo riusciti a tornare in Italia ho tirato il primo sospiro di sollievo ma quello di oggi è più lungo, goduto… Non vedevo l’ora”.
In una botte di ferro
La quarantena è brutta, resa accettabile dall’umanità del personale: “Ci hanno trattato coi guanti a tutte le persone che arriveranno qui dalla Diamond Princess posso solo dire che sono in una botte di ferro, saranno trattati benissimo, staranno benissimo. Dovranno solo stare tranquilli avere pazienza e fidarsi del personale che sa il fatto suo. Il cibo era buono, non mancava, l’unico problema è che le giornate non passavano mai. Abbiamo fatto qualche interminabile partita a carte ma per il resto non abbiamo avuto modo di incontrarci spesso tra di noi. Dovevamo stare in camera, com’è giusto che sia”.
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La famiglia della Cecchignola
“Il personale è stato semplicemente straordinario si è dedicato completamente a noi e ci ha trattato benissimo facendoci sentire a casa, pur se in una situazione di grande disagio e difficoltà. Ora che è tutto finito non vedo l’ora di tornare a casa da mia moglie. Tutto sommato poteva andare molto peggio, potevo ammalarmi. Sono grato delle cure che ho ricevuto e di tutte le attenzioni che mi sono state dedicate. Hanno fatto le cose in modo assolutamente perfetto e ora posso dirlo con orgoglio sono il primo italiano #virusfree ”