La settantesima edizione della Berlinale, al via oggi, sarà un’edizione speciale per l’Italia, che sarà molto presente come nazione all’interno del ricco programma della kermesse. Non a caso il nuovo direttore della Berlinale è Carlo Chatrian, classe 1971, torinese, già direttore artistico del Locarno Festival.
A Carlo Chatrian è affidato il difficile compito di indirizzare il nuovo corso della Berlinale dopo quello trentennale di Dieter Kosslick. Nella settantesima edizione del festival ci sono due film di autori italiani in concorso e molta Italia sparsa nelle tantissime sezioni parallele. Infine, per la prima volta dopo tanti anni, le nuove date del Festival cadono in maniera tale da non far coincidere la kermesse cinematografica con quella sanremese (sembra una cosa banale, ma non lo è assolutamente in termini di copertura mediatica).
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Tanta Italia alla Berlinale
Il primo dei film italiani in gara è Volevo nascondermi di Giorgio Diritti, con Elio Germano che incarnerà il pittore Antonio Ligabue, in una delle prove attoriali più difficili della sua carriera. La presentazione in concorso del film assume inoltre un significato particolare alla luce della recente scomparsa di Flavio Bucci, storico collaboratore di Elio Petri ma amatissimo dal grande pubblico soprattutto per aver interpretato Ligabue nello sceneggiato televisivo del 1977 diretto da Salvatore Nocita e trasmesso in tre puntate su quella che allora si chiamava Rete 1. “Si può nascere da una fisicità sgraziata, una mente velata da una moderata follia, ci si può sentire sbagliati, soli, avere voglia di nascondersi per la vergogna di esistere, ma si può credere nel proprio talento e farlo diventare l’occasione del riscatto”, ha dichiarato il regista Giorgio Diritti. Il film, dopo il passaggio a Berlino, arriverà in sala il 27 febbraio. Ma Elio Germano sarà anche il protagonista di Favolacce, attesa opera seconda dei fratelli Damiano e Fabio D’Innocenzo, che avevano esordito con il folgorante La terra dell’abbastanza, che ricevette il battesimo internazionale proprio al festival berlinese. Il film è una favola nera ambientata nella periferia Sud di Roma, in una comunità di famiglie che sarà sconvolta dall’esplosione di rabbia dei ragazzi più giovani, che sfocerà in una rivolta carica di conseguenze drammatiche. Il film arriverà in sala dal 16 aprile, dopo l’anteprima italiana al Bari International Film Festival.
Non solo il concorso
Ai due film si aggiunge però un’altra produzione italiana, Siberia di Abel Ferrara, ormai indissolubilmente legato al nostro Paese. Ferrara torna a lavorare con Willem Dafoe per mettere in scena i suoi sogni e i suoi ricordi. Ma la rappresentanza italiana non si limita al concorso. Matteo Garrone, infatti, presenterà il suo Pinocchio con Roberto Benigni tra i Berlinale Special Gala, per il debutto internazionale. Nella sezione Panorama, invece, passerà Semina il vento di Danilo Caputo, ambientato tra gli ulivi pugliesi in lotta contro la piaga della xylella. Nella sezione Generation trova spazio Palazzo di giustizia, esordio nella finzione di Chiara Bellosi, romanzo di formazione con Daphne Scoccia. La casa dell’amore di Luca Ferri e Zeus Machine/L’invincibile di Nadia Rocchi e David Zamagni saranno invece presentati nella sezione Forum, che festeggia i suoi primi cinquant’anni proponendo le proiezioni speciali Ossessione di Visconti e Ostia di Sergio Citti. Nella Settimana della critica, infine, Faith di Valentina Pedicini, documentario su una comunità di monaci.
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Cesare deve morire
Ma non finisce qui: tra gli eventi speciali pensati per celebrare i settant’anni della Berlinale, Paolo Taviani riproporrà il film Cesare deve morire, diretto insieme al fratello Vittorio e vincitore dell’Orso d’oro nel 2012. Il decano del cinema italiano, inoltre, presenterà al pubblico berlinese un nuovo giovane autore da lui scelto: Carlo Sironi, che allo scorso Festival di Venezia aveva debuttato con l’ottimo Sole.