La procura l’ha accusata di falso e ha chiuso le indagini su lei e su Antonello Nicosia che si ritiene abbia avuto contatti con il latitante Messina Denaro.
Il primo a finire in carcere era stato il suo collaboratore Antonello Nicosia, reo, secondo la procura di associazione mafiosa, a causa dei presunti rapporti con il clan del latitante Messina Denaro. Ora sotto inchiesta è anche lei Giusy Occhionero, deputata di recente passata da “Liberi e Uguali” a “Italia Viva”. L’accusa è di falso: i pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia hanno chiuso l’inchiesta e ora si attende il processo.
Secondo quanto appreso Nicolsia chiamava Messina Denaro “ministro” e utilizzava spesso considerazioni discutibili come: “All’aeroporto bisogna cambiare il nome… Non va bene Falcone e Borsellino… Perché dobbiamo ammirare sempre la stessa merda”. Le indagini hanno sorpreso Nicosia mentre partecipava a un summit con un fidato del superlatitante.
La Occhionero in lacrime ha detto: “Era Nicosia a scegliere gli istituti penitenziari presso i quali effettuare le visite ispettive. Nel corso delle visite, mentre io ero impegnata nelle visite alle sezioni e alle celle, ad acquisire informazioni dal personale della polizia penitenziaria, capitava che Nicosia si allontanasse e avesse così occasione di dialogare con i detenuti presenti“.
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