Omicidio volontario, tortura e maltrattamenti nei confronti del figlio: queste le accuse con cui Alija Hrustic andrà a processo.
Un delitto orribile, di cui dovrà rispondere di fronte ad un giudice: questa mattina Alija Hrustic, 25enne di origine croata, è stato rinviato a giudizio dal gup Livio Cristofano del tribunale di Milano per l’omicidio del figlio di due anni. Non solo: l’uomo è anche accusato di tortura e maltrattamenti aggravati, sempre nei confronti del bambino. Era il 22 maggio scorso quando nel capoluogo lombardo si consumò l’orribile delitto: Hrustic abitava con la moglie e tre figli in via Ricciarelli, zona S.Siro.
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Stando all’indagine della Squadra mobile, a provocare la morte del bambino – ripetiamo, di soli due anni – furono alcuni colpi sulla fronte. Morte sopraggiunta dopo due giorni di violenze e vere e proprie torture da parte del padre. Nell’avviso di chiusura delle indagini si legge che l’uomo avrebbe colpito il piccolo con “calci e pugni”, causato “almeno tre bruciature con l’estremità di sigarette accese” e ustioni ai piedini “con una fiamma viva”. Un film dell’orrore.
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Omicidio volontario, tortura e maltrattamenti, tutti aggravati: sono quindi queste le accuse a cui dovrà rispondere Alija Hrustic. Per l’uomo, che questa mattina era presente in udienza, il processo inizierà il prossimo 27 aprile davanti alla Corte d’Assise milanese. La moglie e madre del piccolo, presente all’udienza come d’altronde il marito accusato dei gravissimi reati, si è costituta parte civile. L’uomo è accusato anche di maltrattamenti nei suoi confronti e degli altri due figli piccoli. Il giudice Cristofano ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio del pm Giovann Cavalleri, titolare dell’inchiesta. Insieme ai reati al 25enne è stata anche contestata l’aggravante di avere agito “con crudeltà verso il bambino, per motivi futili consistiti nel fatto che il piccolo, lasciato senza pannolino, si fosse sporcato”.
Sono state respinte in toto le istanze presentate dal difensore dell’imputato: la derubricazione del reato da omicidio volontario aggravato a omicidio preterintenzionale. Nella consulenza medico-legale depositata agli atti dalla difesa, infatti, si sostiene che il bambino sia morto dopo avere sbattuto “contro una superficie estesa”: potrebbe essere ad esempio il pavimento.
“Il mio assistito ha immediatamente chiamato i soccorsi e
tentato di rianimare il figlio”, ha sottolineato il legale di Hrusic:
secondo lui non c’era l’intenzione di uccidere il bimbo. Ma il giudice ha ritenuto più credibile la versione – drammatica – proposta dall’accusa.
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