Era da tempo che di un comandante italiano non si parlava in termini così entusiastici: si chiama Gennaro Arma ed alla guida della Diamond Princess, colosso da crociera che non naviga più.
Diciamo la verità, dopo la Costa Concordia la stella dei comandanti italiani si è un po’ offuscata. Troppo grave quanto è accaduto all’Isola del Giglio, troppo clamorose le vicende messe in luce durante l’inchiesta per non lasciare un segno purtroppo non nobile. Ma la realtà dei fatti dice che l’Italia ogni anno produce centinaia di ufficiali di macchina e di coperti che finiscono per essere contesi da tutte le migliori compagnie di navigazione straniere. Per qualsiasi armatore che si occupa di crociere avere personale italiano è un vanto, e se il comandante è italiano lo si esibisce come una gemma preziosa.
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Gennaro Arma, 45 anni, ha il mare e la navigazione nel sangue da sempre: si è diplomatico al Nautico e dal diploma ha cominciato immediatamente la sua lunga carriera sul mare. Prima allievo, terzo ufficiale, poi secondo, quindi primo di coperta e infine comandante. È lui al timone della Diamond Princess e gestisce un equipaggio di primordine anche se nessuno di loro pensava un giorno che avrebbe dovuto fare la differenza attraccato alla banchina di un porto.
I passeggeri lo hanno soprannominato “brave italian captain”, il capitano coraggioso italiano. Quelli che sono scesi dalla nave solo da poche ore hanno avuto parole deliziose per lui e per gli altri membri dell’equipaggio: “Sono stati straordinari – dice il danese Soren, appena sbarcato – in una situazione drammatica e incerta hanno sempre cercato di farci felici. Il cibo non mancava mai, sempre di ottima qualità e spesso ci facevano anche fare due risate quando potevamo passeggiare sul ponte”.
Il comandante di tanto in tanto si faceva sentire al microfono della nave: “Hallo dear guests, captain’s speaking…” è una delle prime norme in caso di emergenza: l’autorità deve tranquillizzare, offrire informazioni utili ed essere rassicurante. Il comandante Arma si è preoccupato di una situazione assurda, mai accaduta: 3500 persone che non possono scendere a terra alcuni dei quali sono malati in quarantena, gravemente infettivi. Altro che Love Boat. “Il lavoro non manca, dobbiamo tenere duro e sperare che questa situazione possa finire presto”.
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A San Valentino al microfono ha recitato una poesia d’amore offrendo cioccolatini a forma di cuore con bigliettini scritti a mano da lui e dal personale. Dall’equipaggio è partito un coro: “Thank you brave captain” che per un minuto è risuonato in tutta la nave. I passeggeri hanno ringraziato indirizzandogli una lettera di ringraziamento. In una vicenda drammatica una bella storia: il capitano non solo non ha abbandonato la nave, ma ne è al comando ora più che mai.
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