Un leopardo dai colori vivacissimi, “disegnato” su un sarcofago egizio che risale al II° secolo Avanti Cristo. La scoperta, di grande valore, è stata effettuata dalla missione archeologica italo-egiziana ad Assuan.
La scoperta è di circa un anno fa, ma solo oggi ne sono state svelate le prime immagini: e sono una meraviglia. Si tratta del risultato sorprendente della missione archeologica italo-egiziana Eimawa (Egyptian-Italian Mission at West Aswan) che è stato ottenuto nell’area archeologica di Assuan, che si estende per oltre 25.000 metri quadri sulla riva occidentale del Nilo. Gli scavi ospitano circa 300 tombe, in parte scavate nella collina, in parte sotterranee. Una necropoli, dove gli abitanti di Assuan sono stati sepolti tra il VII secolo a.C. e il III secolo d.C. Una di queste tombe era già “famosa” per il ritrovamento di una area con
una trentina di corpi sepolti dentro, risalente al II sec. a.C.. In quella stanza furono rinvenuti molti oggetti:coperture per i corpi
stuccate e dipinte anche con oro, un letto funerario, parti di
sarcofagi, una barella per le mummie e molto vasellame.
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E’ in quella stanza che il team di archeologi guidati dall’egittologa Patrizia Piacentini dell’Università Statale di Milano hanno effettuato l’importante scoperta: il disegno di un leopardo, disegnato con colori vivacissimi sul coperchio di legno di un sarcofago. Un vero e proprio “guardiano” dei defunti, che ha vegliato secoli prima di essere ritrovato dalla spedizione archeologica. Un simbolo di forza che veniva dipinto in corrispondenza della testa del defunto per donargli
protezione nel viaggio nell’aldilà. “Sebbene il leopardo fosse
un simbolo frequente in Egitto, è rarissimo trovarlo dipinto“, ha spiegato l’archeologa Piacentini: “Il supporto ligneo del II secolo a.C. era fragilissimo, la sabbia si era infilata nelle fibre, quindi abbiamo deciso di staccare lo stucco per salvare il
disegno: un’operazione delicatissima che ci ha tenuti col fiato
sospeso, avevamo le lacrime agli occhi”.
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I pezzi saranno ricomposti presto, nei laboratori di Assuan. “Si tratta di un reperto eccezionale, così come quello che abbiamo trovato nella stanza accanto: pinoli risalenti al I secolo d.C., una rarità dal momento che la pianta era di importazione”, aggiunge
l’egittologa. “L’uso dei questi semi era conosciuto ad
Alessandria d’Egitto per la preparazione di salse e piatti. Di sicuro erano un bene di lusso e dimostrano ancora una volta come la tomba appartenesse a personaggi di rilievo”.