Gaetano Scotto era indagato per l’uccisione del poliziotto Agostino. Otto arresti a Palermo, ci sono anche i fratelli del boss: Pietro era stato accusato dal falso pentito Scarantino e poi scagionato per la strage in cui perse la vita il giudice Borsellino.
Una vicenda sempre avvolta dal mistero e, forse dall’omertà. Una storia di arresti, scarcerazioni, rinvii a giudizio archiviati. Ma ora la Dia pare abbia messo la parola fine. Per loro il boss Gaetano Scotto “dopo la scarcerazione, comanda ancora”. Era indagato anche per l’omicidio dell’agente di polizia Nino Agostino e della moglie Ida insieme al boss Nino Madonia. Nel corso dell’operazione White Shark, in corso a Palermo, sono stati arrestati anche i tre fratelli Gaetano, Pietro e Francesco Paolo Scotto. Gaetano Scotto è una delle dieci persone accusate ingiustamente della strage di via D’Amelio e adesso parte civile nel processo sul depistaggio che è in corso a Caltanissetta. Anche, Pietro, era stato coinvolto nell’inchiesta sull’uccisione di Paolo Borsellino. Pietro Scotto, condannato in primo grado, era stato poi assolto in appello. Nei giorni scorsi il procuratore generale Roberto Scarpinato, ha inviato un avviso di chiusura indagine, che preludeva a una richiesta di rinvio a giudizio. Agostino e la moglie furono assassinati davanti alla loro casa di villeggiatura a Villagrazia di Carini la sera del 5 agosto 1989.
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Dal 1989 ad oggi, l’inchiesta è andata a sbattere contro molti misteri e tentativi di depistaggio contro i quali si è battuto il padre di Nino, Vincenzo Agostino. Scotto ha sempre negato di appartenere alla mafia e di essere coinvolto nell’omicidio. Ma ora è scattato l’arresto, per lui e per altri sette mafiosi. Fra gli altri, anche il fratello Pietro, accusato dal falso pentito Scarantino della strage Borsellino, e poi scagionato. Il boss Gaetano Scotto, 68 anni, è stato arrestatoancora una volta dagli investigatori del centro operativo Dia di Palermo. Secondo i magistrati della Dda, dopo la scarcerazione era tornato a svolgere il ruolo di capo della famiglia mafiosa del quartiere Arenella, la zona dei Cantieri navali. E’ finito in carcere anche il nipote, Antonino. Il blitz ha coinvolto complessivamente otto persone, gli investigatori della Dia guidati dal colonnello Antonio Amoroso hanno ricostruito affari e trame, soprattutto estorsioni commesse dal clan.
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L’omicidio di Villagrazia di Carini è uno dei misteri meglio ‘coperti’ di Palermo. Nino Agostino era ufficialmente solo un poliziotto addetto alle Volanti del commissariato San Lorenzo, in realtà avrebbe fatto parte di una squadra segreta che dava la caccia ai superlatitanti. Il suo contatto era un amico poliziotto, Guido Paolilli, in passato anche lui indagato per favoreggiamento, ma poi la sua posizione è stata archiviata per prescrizione.