Isolamento e controlli a tappeto in tre grandi province della Toscana per evitare che il contagio possa dilagare anche nel nostro paese.
Lo conferma la Regione Toscana. Oltre 400 bambini, quasi tutti nelle province di Firenze, Prato e Pistoia, sono sottoposti quotidianamente a controlli da parte del personale medico delle aziende sanitarie locali per evitare che il coronavirus possa manifestarsi anche in Italia. Al momento tutti i controlli hanno sempre dato esito negativo ma verranno effettuati fino a quando la possibilità anche solo di un contagio sul territorio nazionale italiano possa essere definitivamente scongiurata.
La decisione della Regione Toscana si è concretizzata a seguito di una circolare ministeriale che riguarda la scuola e i molti studenti cinesi inseriti nel nostro paese. Alcuni di questi, secondo la nota informativa inviata dal ministero della pubblica istruzione a provveditorati e dirigenti scolastici potrebbero essere rientrati dalle zone di rischio. Di qui i controlli.
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I quattrocento bambini sono tutti in isolamento domiciliare: “Sappiamo quanti sono, dove vivono e da dove sono arrivati” – spiegano i portavoce della Regione Toscana a margine della riunione della task force che si è tenuta ieri all’Assessorato al diritto alla salute a Firenze. E siccome i bambini non viaggiano mai da soli, ai controlli sono sottoposti tutti i membri della famiglia. Un monitoraggio capillare che viene eseguito quotidianamente: “Anche questo è un sistema che consente di esercitare un controllo più capillare perché le segnalazioni riguardano di fatto tutta la famiglia. Circa 400 bambini (di cui 370 nella Toscana centro) sono quindi in isolamento domiciliare e vengono controllati quotidianamente”.
L’assessore Regionale alla Sanità Stefania Saccardi ha specificato che sul rientro dei cinesi dalla madrepatria in Toscana è un motivo di preoccupazione: “Abbiamo chiesto alla comunità cinese, con la quale c’è una grande collaborazione di evitare di improvvisare monitoraggi o prevenzione ma di affidarsi completamente alle nostre strutture. Abbiamo riscontrato collaborazione da parte della comunità cinese. Questo consente alle nostre autorità sanitarie di monitorare la situazione di bambini e adulti che decidono di stare a casa. Siamo in contatto telefonico costante con le famiglie, abbiamo mediatori culturali ovunque così da non avere problemi di comunicazione”.
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Si calcola che siano circa 2500 i cinesi che sono rientrati o rientreranno dalle province più colpite dal coronavirus. “I dati che ci sono stati forniti dal consolato cinese vengono confrontati con quelli di ogni singola scuola. I ragazzi vengono controllati a casa ogni giorno e tutti, anche i bambini già in autoquarantena, sono sottoposti a controlli particolarmente accurati”.
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