Non c’è stato nulla da fare per il 32enne rumeno Mihaita Radu rinvenuto ormai privo di vita all’alba di questa mattina nelle campagne vicino a Porto Sant’Elpidio.
Un’aggressione violenta avvenuta quando la vittima probabilmente ha tentato la fuga o ha girato le spalle al suo aggressore che evidentemente conosceva bene. La vittima era un 32enne rumeno che da tempo viveva in Italia, si chiamava Mihaita Radu e aveva piccoli precedenti per spaccio e reati contro la proprietà.
L’allarme scatta all’alba tra le campagne della Corva nei pressi di Porto Sant’Elpidio: è una zona tracciata da alcune strade vicinali e sterrate che viene spesso utilizzata dalle coppiette per appartarsi o dagli spacciatori per distribuire la droga. Un passante intorno alle cinque del mattino vede un corpo a terra e chiama i Carabinieri. Che non ci sia più niente da fare è evidente, l’uomo è morto, in posizione prona “puttosto innaturale” dicono i medici che effettuano la constatazione dell’avvenuto decesso.
La vittima presenta numerosi colpi di coltello tra le spalle e le schiena. In tasca ha i documenti e viene identificato in Mihaita Radu, un rumeno da tempo in Italia che era noto alle forze dell’ordine per spaccio e piccoli furtarelli. Che le coltellate siano la causa del decesso, avvenuto poche ore prima, non ci sono dubbi. Ma alcune circostanze sono ancora poco chiare.
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Secondo i primi rilievi è da verificare per esempio se il corpo sia stato portato alla Corva da qualche altra parte quando l’uomo ormai era morto. Le indagini sono condotte dai Caribinieri della compagnia di Fermo che ha eseguito immediatamente i primi rilievi, prendendo la testimonianza dell’uomo che ha ritrovato il corpo e di alcune famiglie che vivono nella zona.
Radu viveva a Porto Sant’Elpidio. Sbarcava il lunario come operaio con contratti a tempo determinato. Ultimamente collaborava con la Croce Verde, in passato aveva lavorato come muratore, operaio e uomo di fatica per piccoli trasporti e traslochi. La sua auto è stata rinvenuta poco lontano dal luogo dove è stato ricomposto il cadavere. Resta da capire se Radu sia giunto alla Corva con le proprie gambe insieme a chi lo ha ucciso o a bordo di un’altra auto. I primi rilievi sono stati eseguiti sul terreno per verificare tracce e presenza di sangue per capire se Radu sia stato ucciso lì e se fossero presente altre tracce di DNA, o altrove.
L’aggressione sarebbe stata molto violenta: non meno di dieci i fendenti, quasi tutti tra scapole e schiena almeno due delle quali sarebbero state mortali.
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Le prime indagini puntano sulla vita personale di Radu. Sono stati ascoltati i suoi colleghi della Croce Verde dove era conosciuto e apprezzato. Si indaga sul traffico del suo telefonino, sulle chiamate effettuate e ricevute nelle ultime e sulle sue frequentazioni. Difficile fare ipotesi: si indaga nell’ambito del mondo dello spaccio e dell’immigrazione ma non si esclude anche un motivo di carattere più personale e passionale.
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