Coronavirus: gli esperti si danno appuntamento in Cina per un convegno globale

Pechino apre le porte dei suoi laboratori a biologi e ricercatori impegnati nelle indagini per trovate una soluzione a contagio e vaccino.
Una missione globale
Mentre la Cina sostiene di avere il pieno controllo della situazione, entra in una nuova fase lo studio del Covid-19, il coronavirus. Stando alle cifre ufficiali diramate ieri dall’Organizzazione mondiale della sanità i contagi avrebbero superato abbondantemente quota 70mila e i decessi, alla mezzanotte di ieri, sarebbero arrivati a 1765 persone.
Le garanzie della Cina
Mi Feng, portavoce dell’NHC, l’unità di crisi della commissione sanitaria cinese, dice che il virus è in fase di regresso e che l’estensione dei contagi sta diminuendo. In realtà dopo tre giorni nei quali in effetti venivano denunciati meno casi, ieri c’è stata una nuova impennata. Bisogna poi aggiungere il sommerso, ovvero i casi che esplodono nelle zone meno centrali della provincia dell’Hubei e che in gran parte non vengono ancora identificati e censiti.
Gli studiosi in missione
Intanto a Pechino è arrivata la prima tranche degli studiosi internazionali incaricati di seguire i progressi nella lotta al contagio. Il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, parla di “impazienza nel verificare i progressi di questa importante collaborazione che contribuirà alla conoscenza globale dell’epidemia di Covid-19”.
L’Oms per prima cosa ha chiesto alla Cina un maggior numero di informazioni su numeri e criteri seguiti nelle diagnosi e l’accesso ai laboratori dove si stanno studiando contagi e vaccino.
Leggi qui -> Coronavirus, le nuove misure della Cina per la provincia di Hubei
Niente feste per Naruhito
Intanto il Giappone ha deciso di cancellare le celebrazioni per il 60esimo compleanno del nuovo imperatore giapponese Naruhito, previste nel corso del prossimo fine settimana. La decisione del governo del Sol Levante deriva dal clima di preoccupazione per la diffusione del coronavirus anche in Giappone che getta u clima di cordoglio e di preoccupazione in tutto il paese. Di qui la decisione della massima autorità imperiale giapponese di mantenere un basso profilo.