Le dichiarazioni di Matteo Salvini sull’aborto fanno discutere. Il leader leghista: “Non è un sistema contraccettivo. Il nostro compito è prevenire”. Insorge la sinistra, in particolare con Leu: “Le sue sono provocazioni e menzogne. Fare politica sulla pelle dei più deboni, è riprorevole”
Salvini boccia l’aborto e si scatena la polemica politica. Il leader leghista, nella giornata di ieri, aveva sottolineato come sia corretto “parlare di sistema contraccettivo” e di “prevenzione al fenomeno”. Immediata la replica da parte di alcuni esponenti della sinistra. Leu, con la senatrice Loredana De Petris, replica duramente all’ex ministro dell’Interno. “Fare politica sulla pelle dei più deboli, in questo caso le donne che sono spesso costrette a
fare scelte difficili e dolorose – spiega – è riprovevole. Ma il leader
leghista, si sa, quando non fa propaganda sceglie la menzogna e
la provocazione e farebbe qualsiasi cosa pur di rendersi
visibile”.
Duro anche il segretario del Pd Zingaretti. “Matteo Salvini come al solito fa confusione, dice bugie è in questo caso aggredisce le donne italiane”, sottolinea il dem. “Provo sconcerto – aggiunge Fratoianni, Sinistra Italiana – per un politico che si mette a sindacare sulla vita delle donne, costume molto diffuso purtroppo. Il suo metodo è stabilire cosa sia giusto e cosa sia sbagliato”.
Stoccata anche dal M5S. “Con le sue parole sull’ aborto, Salvini dimostra ancora una volta di voler portare l’Italia indietro di decenni rispetto ai diritti delle donne conquistati con fatica e grandi battaglie”. La nota è del gruppo Pari Opportunità dei pentastellati.
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Le dichiarazioni di Salvini hanno scatenato reazioni a tutto tondo. Sul piede di guerra anche l’Aied – Associazione italiana per l’Educazione demografica. “Salvini parte malamente da casi limite purtroppo veri, quello di donne che interrompono la gravidanza più volte nel corso della vita, per mettere in discussione la legge 194 e il diritto delle donne ad interrompere una gravidanza”. Il presidente Mario Puiatti esordisce così, ma aggiunge. “Occorre fare una premessa: la legge prevede un iter diverso e più complicato che non il presentarsi al pronto soccorso. La ragione per cui vi sono donne che interrompono più volte una gravidanza, per lo più immigrate e in gravi condizioni di svantaggio sociale, sta nel fatto che in questo paese i servizi e l’informazione sulla pianificazione familiare e la contraccezione sono scarse. Non si può prescindere da questo, non parliamo di prassi sanitaria efficiente. Questo sì è essere strutturalmente incivili”.
“Basti pensare – aggiunge Puiatti – che siamo uno degli ultimi paesi in Europa a non avere corsi scolastici sull’educazione sessuale e affettiva. Il problema è come sempre a monte, nel contesto scadente educativo. Di questo parleremo in prima battuta nel convegno del prossimo 27 marzo organizzato dall’Aied. Si terrà nella Sala del Refettorio della Camera dei Deputati a Roma”.
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