In balìa del coronavirus, la Cina si ritrova a fronteggiare una situazione di isolamento anche da un punto di vista commerciale: è in fase di valutazione, infatti, il possibile stop degli USA all’export di motori a reazione per aerei nel Paese orientale.
Secondo quanto riportato da The Wall Street Journal e da altre fonti americane, il governo degli Stati Uniti sta valutando se impedire a General Electric Co. di continuare a fornire ed esportare motori a reazione per un nuovo aereo di linea in via di sviluppo in Cina.
Tale decisione, secondo alcune voci vicine all’azienda, sembrerebbe dovuta a un bisogno di garantire misure commerciali più sicure per i prodotti made in USA, ma potrebbe tuttavia gettare incertezza sugli sforzi della Cina per entrare nel mercato dell’aviazione civile.
La potenziale restrizione alle vendite dei motori a reazione, così come probabilmente anche di altri prossimi componenti per aeromobili commerciali venduti attualmente al mercato cinese, diventerebbe l’ultimo sviluppo della battaglia tra le due maggiori potenze economiche mondiali in merito alla tecnologia.
Più nello specifico, si tratterebbe di un possibile stop da parte degli Stati Uniti nella concessione della licenza che permette, tramite una joint venture tra General Electric e la francese Safran, di aumentare le consegne nei confronti di Pechino. Le licenze in questione coinvolgerebbero quelle relative ai motori, ai sistemi di controllo di volo e altri componenti che verranno impiegati per il primo grande aereo commerciale cinese, il COMAC C919.
Una mossa del genere sembrerebbe dunque essere giustificata dalla necessità, fortemente sentita da parte degli USA, di impedire che la Cina possa mettere mano e copiare le tecniche di produzione dei prodotti, che vengono esportati dalle aziende americane ma anche europee.
La delicata questione verrà comunque affrontata durante una riunione che avrà luogo giovedì alla Casa Bianca, così come nel prossimo incontro con i membri del gabinetto del presidente Donald Trump fissato per il 28 febbraio.
Al momento, sia dalla Casa Bianca che dal Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti non sono state rilasciate dichiarazioni in merito alla faccenda. Insieme a loro, anche i dipartimenti di Difesa, Stato, Energia e Tesoro hanno scelto di non commentare la situazione.
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