Argentina: stuprata e costretta a partorire, aguzzino condannato

Ha stuprato ripetutamente la nipotina undicenne della sua compagna, provocandole una gravidanza che non ha potuto interrompere.

Dramma in Argentina, dove una bambina ripetutamente stuprata dal compagno della zia e rimasta incinta è stata costretta a partorire. Non esiste una legge che regola l’aborto, per cui l’anno scorso – quando sono emersi i fatti – il Paese è stato attraversato da forti polemiche. La Corte Suprema infatti aveva stabilito che in caso di situazione evidente di stupro l’aborto poteva essere realizzato senza conseguenze penali per la madre e per il medico.
Leggi anche –> Il caso di Lisa Gabriele: dopo quindici anni la svolta, fu un omicidio

Il responsabile dello stupro un uomo di 67 anni, si è dichiarato colpevole ed è stato condannato a 18 anni di carcere dal tribunale di Tucuman. “Abuso sessuale con atto carnale aggravato dalla convivenza, in concorso con il reato di corruzione aggravata di minore“, è il reato contestato all’uomo.
Leggi anche –> Tentarono un omicidio sei anni fa: i carabinieri li arrestano

La bambina chiedeva a più riprese: “Voglio togliermi questa cosa che mi ha messo dentro il vecchio“. Il bambino è nato a fine febbraio 2019: un neonato di 600 grammi che, posto in una incubatrice e in respirazione artificiale, è morto dopo appena dieci giorni.