Revisione dei dazi negli States, non sono stati tassati prodotti provenienti dall’Italia.
L’Italia esce indenne dalla revisione della lista dei prodotti soggetti a dazi che gli Usa avevano emanato lo scorso ottobre a seguito della sentenza del Wto sul caso Airbus. Dal confronto tra i codici doganali riportati dall’ufficio del rappresentante Usa per il commercio (Ustr), nelle due liste di ottobre e odierna non risultano infatti colpiti prodotti italiani. È stato quindi scongiurato il rischio che la revisione potesse estendersi ad altri importanti settori del nostro export sul mercato Usa.
Washington ha deciso di non alzare i dazi al 25% che sono scattati lo scorso ottobre su vari prodotti realizzati nel Vecchio continente, compreso il Parmigiano Reggiano, e ha fatto solo lievi modifiche alla lista, rimuovendo ad esempio il succo di prugna ma aggiungendo i coltelli da cucina importati da Francia e Germania. Ha invece alzato dal 10 al 15% i dazi sui velivoli Airbus importati dall’Europa: la nuova tariffa scatterà dal 18 marzo.
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D’altra parte, le tariffe americane sono entrate in vigore proprio dopo la sentenza dell’Organizzazione mondiale del commercio che ha riconosciuto aiuti di Stato europei verso la società degli aerei, a danno della rivale Boeing. Per altro, nei prossimi mesi potrebbe arrivare una decisione insenso contrario, visto che si deve ancora chiudere la partita per la denuncia di aiuti all’azienda americana da parte della Casa Bianca.
Intanto, in Italia si esulta: “Il lavoro fatto in questi mesi ha dato i suoi frutti. L’agroalimentare italiano non compare nella lista dell’Ustr americana appena pubblicata dei prodotti soggetti a dazi”, dichiara la ministra delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Teresa Bellanova. Grande era la preoccupazione per molti nostri produttori di vedersi peggiorare le tariffe, o allargare la lista di prodotti colpiti. “Abbiamo scongiurato il rischio che le nostre eccellenze subissero danni irreparabili. Nell’incontro avuto con il Segretario all’Agricoltura Usa Perdue il 30 gennaio scorso lo avevo ribadito a chiare lettere: tenere l’agroalimentare italiano fuori dalla vicenda Airbus.
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E avevo registrato condivisione e disponibilità”, ricorda Bellanova. “Oggi – sottolinea ancora – raccogliamo i risultati dell’impegno messo in campo e di un grande lavoro di squadra. In Italia e in Europa. Il che ci conferma in quello che affermiamo da mesi: azione di sistema vuol dire anche capacità e autorevolezza in Europa e presidio costante dei tavoli europei”.
Anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, esprime soddisfazione in una nota: “L’Italia oggi esce indenne dalla revisione della lista dei prodotti soggetti a dazi che gli Usa avevano emanato lo scorso ottobre. Sono stati colpiti altri Paesi ma non il nostro – scrive sottolineando che – sono salvi i vini, l’olio d’oliva e gli altri prodotti italiani che rischiavano dazi fino al 100%. La nostra azione diplomatica e la nostra amicizia con gli Stati Uniti hanno scongiurato il peggio per le nostre aziende. Così difendiamo il Made in Italy, così difendiamo i prodotti della nostra terra, orgoglio della nazione”.
Forse potrebbe essere prematuro il canto di vittoria, visto che l’ufficio per il commercio Usa si riserva comunque di cambiare le merci colpite dalla tariffe. Con questo dubbio che resta, anche gli addetti ai lavori si schierano: il presidente dI Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha rimarcato che sono stati evitati “ulteriori e gravi problemi per le nostre produzioni. Va ricordato che è stata in discussione nelle scorse settimane la possibilità di applicare i dazi su circa 2 miliardi di euro di prodotti agroalimentari in arrivo dall’Italia, vini compresi”. Senza dimenticare però che “restano tutte le difficoltà determinate dai dazi Usa, pari al 25% del valore, applicati sulle nostre esportazioni di formaggi, salumi, agrumi e liquori”. Motivo per cui, l’associazione chiede “un negoziato diretto con gli Usa per raggiungere un nuovo accordo commerciale, che metta fine alle tensioni in atto”.
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L’Italia, per il momento, esce comunque indenne: dal confronto tra i codici doganali riportati dall’ufficio del rappresentante Usa per il commercio (Ustr), nelle due liste di ottobre e odierna non risultano infatti colpiti prodotti italiani. E’ stato quindi scongiurato il rischio che la revisione potesse estendersi ad altri importanti settori del nostro export sul mercato Usa. Diversa la posizione di Airbus, riportata da Bloomberg, che dice di “un grande dispiacere”: il costruttore europeo ha affermato di voler continuare la discussione con gli Usa con l’obiettivo di “mitigare gli effetti di tariffe il più possibile”. La decisione – secondo Airbus – penalizza anche le richieste delle compagnie aeree Usa che dovranno ora pagare queste tariffe. Boeing, la rivale americana, si trova in grande difficoltà per la vicenda del 737 Max rimasto a terra per volere delle Autorità, dopo gli incidenti mortali che hanno messo sotto accusa il velivolo.
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