Una bella scelta di integrazione che non può e non deve passare inosservata, soprattutto se a promuoverla è una consigliera leghista di Rapallo. Nelle scuole, una volta al mese, cibi delle diverse culture degli alunni su iniziativa della consigliera delegata all’Istruzione
Una vita culinaria che cambia. La carne macellata con il metodo Halal. Il gulash. Il cous cous alle verdure. Un piatto sudamericano con i fagioli. E – molto in stile States – l’hamburger con patatine. Un vero e proprio giro del mondo… nelle mense scolastiche.
Accade a Rapallo, la città più multietnica del Tigullio: su quasi 30 mila abitanti, la quota dei residenti con origini straniere supera il 10%. Dato che si impenna guardando la fascia dei minori: su poco più di 4000 residenti, il 18% è nato da famiglie con origini di altri Paesi. Albania, Romania, Sri Lanka, Bangladesh, Egitto e Marocco, soprattutto.
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Dal 27 febbraio, al momento del pranzo degli alunni entrerà in vigore il menù internazionale. Una volta al mese, portate che raccontano tradizioni e culture di Paesi diversi dall’Italia. «È inclusione sociale. A tavola si condivide, ci si ritrova uniti: è bello che i bambini possano scoprire piatti e gusti diversi.
Che per i bambini e i ragazzi di famiglie originarie di altri Paesi sarà un ritrovare, con i compagni, sapori e profumi che parlano della loro terra». La consigliera alla Pubblica Istruzione Laura Mastrangelo è la presidente della Commissione mensa che ha varato la novità. È leghista, Mastrangelo. E ha l’incarico alla Pubblica Istruzione dal Carlo Bagnasco bis (da fine maggio scorso, con conferma quasi all’80% dell’amministrazione locale di centrodestra).
Molto spesso la cronaca ci riporta un binomio che vuole Lega ed intolleranza verso il diverso sempre uno al fianco dell’altro. Questa volta invece a Rapallo l’idea è di svestire i panni politici, e di guardare al futuro puntando sulla cultura.
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Piatti etnici che arrivano in mensa proprio con una leghista? Lei fa scivolare elegantemente il riferimento, ponendo la barra più in alto: «Qui si parla di valori, di coesione dei bambini. E poi diciamolo: se io fossi un’alunna in una scuola all’estero e mi arrivasse un bel piatto di spaghetti sarei felicissima di condividerli con i miei amici».
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