Il 24 luglio partono le Olimpiadi di Tokyo ma con l’emergenza coronavirus la situazione resta incerta. L’Oms non mette bocca, i giapponesi non vogliono gli atleti cinesi.
A quattro mesi dall’inizio delle Olimpiadi di Tokyo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sul tema coronavirus scarica la zavorra al Cio (Comitato Olimpico Internazionale) e non mette bocca. “Non abbiamo dato alcuna comunicazione al CIO per le Olimpiadi e non lo faremo” – ha spiegato il capo del dipartimento di emergenza umanitaria dell’Oms, Michael Ryan, che ha risposto ad una domanda sul rischio che l’epidemia di coronavirus possa compromettere i Giochi. Ryan ha chiarito che “in questa fase non ci sono state particolari discussioni o sono state prese decisioni particolari riguardo agli eventi di massa nei prossimi mesi in tutto il mondo. Non è nostra responsabilità annullare o non annullare alcun evento”. “Il ruolo dell’OMS – ha concluso Ryan – è quello di offrire un parere tecnico, supportare una valutazione del rischio intorno a un evento”.
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Intanto si avvicinano le prove di Maratona in vista delle Olimpiadi e i giapponesi hanno paura. “I corridori cinesi si ritirino dalla maratona”. A due settimane dalla gara podistica internazionale, l’invito ai residenti della Repubblica popolare (cinesi e non) è quello di non partecipare. In Giappone i casi di contagio sono una trentina, esclusi quelli a bordo della Diamond Princess.