L’appello dell’ambasciata cinese: pregiudizi intollerabili, basta

Che il paese risponda ad una inutile ondata discriminatoria. L’isolamento e i pregiudizi, fotografano il volto peggiore di un paese che con la comunità cinese ha sempre saputo convivere.

Medical Director Francesco Vaia speaks during a press conference to communicate the first health bulletin on the evolution of the clinical condition of the two Chinese patients who have contracted the coronavirus and the measures taken, on January 31, 2020 at the Lazzaro Spallanzani National Institute for Infectious Diseases in Rome, where the two Chinese patients are being held in isolation. (Photo by Andreas SOLARO / AFP) (Photo by ANDREAS SOLARO/AFP via Getty Images)

“Nella comunità cinese si sta diffondendo il panico. Non per l’epidemia di coronavirus, ma per la sicurezza. Ci sono state aggressioni verso cinesi in Italia, non turisti, ma comunità cinese. Vorrei invitare gli amici italiani a fare attenzione alla sicurezza dei nostri connazionali che vivono e lavorano in Italia, di evitare pregiudizi, distinzioni, aggressioni. Insulti e minacce non sono tollerabili. E’ l’appello che voglio lanciare”. Lo ha detto il dottor Zhang dell’ambasciata cinese che ha accompagnato i 20 turisti dimessi dallo Spallanzani.

 

I fatti

I 20 turisti – ricoverati il 30 gennaio – sono stati dimessi alle 7. Il gruppo, sotto osservazione dal ricovero dei due cinesi nell’ospedale romano (dove ancora si trovano in terapia intensiva), erano risultati sempre in buone condizioni generali e ripetutamente negativi ai test per la ricerca del nuovo coronavirus.

Tourists walk past the Grand Hotel Palatino in central Rome on January 31, 2020, where two Chinese tourists, who are believed to have arrived in Italy in the northern city of Milan over a week ago and have been staying at the hotel, tested positive for the coronavirus 2019-nCov. – Italy had said on January 30, 2020 it was stopping all flights to and from China following the news that two Chinese tourists holidaying in Italy had tested positive for the virus. The tourists, reportedly husband and wife, were being held in isolation in the Spallanzani infectious diseases institute in Rome. (Photo by Andreas SOLARO / AFP) (Photo by ANDREAS SOLARO/AFP via Getty Images)

In Italia nella comunità cinese (che conta 300 mila persone), tra le persone appena rientrate dal proprio Paese attraverso gli scali internazionali nonostante il blocco dei voli, c’è chi si tiene in isolamento volontario per i quattordici giorni come da protocollo internazionale. A Palermo sono 28 i cinesi residenti in città che attualmente si trovano in auto-isolamento per 14 giorni in alcuni appartamenti appositamente affittati.

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C’è anche chi ha deciso da solo di mettersi in quarantena per proteggere i suoi bambini, gli amici, ma anche dipendenti e clienti del suo ristorante a Roma. Quando Ye è rientrato lo scorso 25 gennaio, dopo aver trascorso un periodo di vacanza nella zona dello Zhejiang, ha affittato una stanza nella zona di Bracciano ed è rimasto lì da solo per due settimane. «Non sono mai uscito e non ho incontrato nessuno», dice il ristoratore orientale, che ora è tornato a lavorare nel suo locale.

Pregiudizi e aggressioni: gravi momenti di insofferenza

Ma le aggressioni e i gesti di razzismo continuano a spaventare il popolo dell’ex Impero Celeste in Italia. L’ultima vicenda a Torino, dove una coppia di cinesi, di 25 e 28 anni, ha denunciato di essere stata aggredita e insultata come «portatrice di Coronavirus».

A mural representing Italian 18th Century biologist Lazzaro Spallanzani is pictured on January 31, 2020 on the outer wall of the Lazzaro Spallanzani National Institute for Infectious Diseases in Rome, where the two Chinese patients are being held in isolation. – The Italian government declared a state of emergency on January 31 to fast-track efforts to prevent the spread of the deadly coronavirus strain after two cases were confirmed in Rome. (Photo by Andreas SOLARO / AFP) (Photo by ANDREAS SOLARO/AFP via Getty Images)

I due, che lavorano in supermercato, hanno raccontato ai carabinieri di essere stati avvicinati da un paio di sconosciuti, dai quali si sono sentiti dire di “Voi siete il virus, andate via». E il ventottenne sarebbe anche stato picchiato.

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«Ci hanno tirato delle bottiglie di vetro e poi sono scappati su un’auto», hanno raccontato ai militari. A fare da contraltare a questi episodi, ci sono iniziative di impegno per contrastare l’ondata di paura e diffidenza che sta penalizzando le attività commerciali della comunità cinese, come quella nata in Sardegna dall’associazione “Cinapiùvicina”, che ha organizzato in un ristorante orientale una “Cena dell’amicizia”, per sottolineare che a far più male in Italia, finora, sono stati i pregiudizi.

 

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