Dopo aver proposto uno dei titoli di maggior successo e richiamo nel genere di appartenenza, proseguiamo con la nostra rubrica “Meteocartoon, dedicata questa volta a Una classe di monelli per Jo.
Sequel del precedentemente citato Una per tutte, tutte per una, l’anime di questa settimana – il cui titolo tradotto dall’originale sarebbe “Storia di gioventù – Nan e l’insegnante Jo – si compone di 40 episodi (della dura di 24 minuti ca.), sempre prodotto dalla Nippon Animation e ispirato ai due romanzi di Louisa May Alcott, Piccoli uomini e I ragazzi di Jo.
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Una classe di monelli per Jo, la trama
Trasmesso in Italia per la prima volta nel 1993, con il solito annetto di differenza dal paese di origine, anche questa serie fa parte del World Masterpiece Theater: la trama prende le mosse a dieci anni di distanza da Una per tutte, tutte per una, nella tenuta di Plumfield, lascito della zia March. Qui Jo ha messo su un istituto per ragazzi, tra i quali troviamo l’esuberante Nan, l’irruento Tommy, Rob e Teddy, figli della stessa Jo e del marito, il professore Fritz Bhaer, e quelli di Meg e John Brooke, i gemelli Daisy e Demi.
Vera e propria protagonista della storia, Nan ricorda, con i suoi modi da maschiaccio e l’indisposizione verso le regole, la Jo March degli inizi. E forse non è un caso che entrambe, in alcuni passaggi dei rispettivi cartoni, indossino un abito di color fucsia e col colletto bianco.
Una classe di monelli per Jo, il passaggio di testimone e le tematiche
Come in un ideale passaggio di testimone, la bambina e l’adulta riescono a stabilire un legame profondo, stratificato, complesso, che supera i semplici confini di alunna e insegnante, arrivando a riempire quei vuoti lasciati dalle passate esperienze.
Il tema della perdita viene qui maggiormente elaborato, grazie soprattutto alle figure dei ragazzini che frequentano l’istituto, alcuni dei quali vittime di un’infanzia difficile o negata. Al tempo stesso si mette in luce un particolare tipo di insegnamento, volto a trasmettere la passione per la cultura, per lo studio, l’importanza dell’apprendimento, ma anche l’imprescindibile valore dell’amicizia, delle responsabilità, della fiducia.
Una classe di monelli per Jo, differenze e curiosità
Come capita spesso negli adattamenti da un mezzo a un altro, sono numerose le differenze tra anime e romanzi d’ispirazione: ne è un primo grande esempio il personaggio di Nan, scelto nella serie tv come rappresentante d’elezione, a cui spetta il compito di guidare lo sguardo e le emozioni dei piccoli spettatori, mentre nei libri i bambini sembrano avere tutti la stessa importanza.
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Altro caso manifesto è l’impostazione a mo’ di flashback del cartone, che si apre e chiude con l’immagine di una Nan ormai adulta e medico affermato, di ritorno nella tenuta di Plumfield.
Una curiosità sulla censura nell’edizione italiana Mediaset, che decide di tagliare quasi dieci minuti di un episodio pur di non mostrare gli effetti devastanti dell’incendio che distrugge l’istituto. Solo diciotto anni più tardi (nel 2011) il canale Hiro lo trasmetterà per intero.
Per quanto riguarda invece il doppiaggio nostrano, Veronica Pivetti ha prestato la voce al personaggio di Nat.
La sigla italiana è affidata a Valeriano Chiaravalle (musica) e ad Alessandra Valeri Manera (testo), ed è cantata da Cristina D’Avena.
https://www.youtube.com/watch?v=qvz-TuZ7e0c