Il virologo Burioni appoggia le scelte delle autorità sanitarie del nostro paese sul Coronavirus. “Molti dei commenti che leggete sul possibile andamento dell’epidemia Covid-19 sono sommarie. Si basano, come vi ripetiamo da giorni, su stime ancora imprecise”. E appoggia la strada dell’ isolamento
Per il virologo Roberto Burioni, l’epidemia del coronavirus covid-19 va affrontata seguendo la linea fin qui tracciata. La strada dell’isolamento è la più corretta. “Il nostro Paese deve seguire la linea che ha finora seguito, continuare nell’implementazione delle misure di isolamento. Sono le uniche attualmente in grado di controllare la diffusione del virus”. Lo ha spiegato attraverso un articolo pubblicato sul sito di informazione MedicalFacts.it, aggiungendo. “Molti dei commenti che leggete sul possibile andamento dell’epidemia sono incompleti. Si basano, come vi ripetiamo da giorni, su stime ancora imprecise. Pertanto non è possibile ricostruire informazioni complete”.
“Seguendo giornalmente l’evoluzione dell’epidemia del nuovo coronavirus (ribattezzato Sars-CoV-2, responsabile della Covid-19 ndr) ci imbattiamo ancora in commenti da parte di profani. Esiste poi – aggiunge Burioni – il commento sommario di addetti ai lavori. C’è una corsa al commento senza fondamenta. Ho sentito dire che questo virus ha una letalità che, nella peggiore delle ipotesi, è pari solo al 3%. Affermazioni di questo tipo testimoniano come chi le pronuncia, nella migliore delle ipotesi, non conosce la storia”.
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Secondo il virologo, andrebbero presi come riferimento i commenti della rivista ‘Jama’, fonte autorevolissima. “Si ribadisce come la gravità dell’infezione non è l’unico parametro da prendere in considerazione quando si studiano e si provano a prevedere gli effetti di un’epidemia. Questo parametro deve essere associato alla facilità di trasmissione dell’agente infettivo nella popolazione umana. Due parametri che, solo se considerati insieme, possono fornire un quadro preciso”.
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“A conferma di questo – aggiunge Burioni – gli autori citano l’esempio dell’influenza pandemica del 2009. Il virus in questione era responsabile di una forma clinica non particolarmente grave, ma caratterizzata da una trasmissibilità abbastanza elevata. Il cosiddetto tasso netto di riproduzione, ovvero il numero che indica quanti soggetti possono essere infettati da un singolo malato, era inizialmente stato stimato in 1,7. Nonostante la modestissima gravità della patologia, più di 200 mila persone in tutto il mondo sono morte a causa di questo virus. E’stato accertato da varie stime”.
Burioni parla infine del futuro e delle informazioni ancora frammentarie. “È per questo motivo – spiega – che non ha alcun senso commentare alla leggera. I dati sulla letalità del nuovo virus sono al momento parziali. Bisogna pertanto prendere con le pinze le stima del suo tasso di riproduzione che, alla luce di varie evidenze (non ultimo il rapido aumento dei contagi sulla nave da crociera al largo del Giappone), sembra essere elevato. È per questo motivo che è fondamentale conoscere meglio i dettagli sull’andamento delle diverse forme cliniche dell’infezione. Solo a quel punto sarà possibile fare stime precise sulle percentuali o sull’incidenza sulla popolazione. Considero corretto il comportamento fin qui adottato dall’Italia, che se vogliamo può essere chiamato isolamento”.
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