La giurisprudenza fino a questo momento non aveva considerato altre ipotesi. Chi aveva fatto ricorso contro il carcere dopo una sentenza definitiva, si era visto chiudere la porta delle istanze e spalancare quelle della cella.
L’ultimo condannato eccellente in questo senso era stato l’ex presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni che si era detto sicuro che la sua istanza di ricorso “sarebbe stata accolta per un senso di giustizia ma anche di umanità”. E invece no. Formigoni restò in carcere ancora per diverso tempo prima che gli venissero concessi gli arresti domiciliari.
L’ultimissimo caso è addirittura di poche ore fa. L’avvocato Piero Amara aveva presentato ricorso davanti allo spettro della carcerazione perché condannato in via definitiva per due sentenze pilotate. Anche per lui il ricorso era stato bocciato. Tuttavia, sono bastate poche ore per portare la Consulta a ribaltare completamnente quello che era un consolidato status quo.
Dopo l’udienza di ieri la legge Spazzacorrotti è di fatto incostituzionale perché incompatibile con l’articolo 25 della Costituzione che, testualmente, dice che “nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso”.
Il senso di questo articolo deciso dai padri costituenti era quello di preservare la democrazia ed evitare leggi ad hoc da parte di politici o coalizioni potenti che se avessero preso il potere avrebbero anche potuto usare il potere giudiziario contro i propri nemici politici. Si era dopo la fine del fascismo e della seconda guerra mondiale. A distanza di sessantacinque anni è curioso pensare che oggi la vicenda assuma contorni completamente diversi.
Della Legge Spazzacorrotti si erano occupati recentemente diversi tribunali di sorveglianza tra i quali quelli di Venezia, Lecce, Taranto, Napoli e Potenza… nove tribunali in tutto che avevano espresso dubbi sulla norma che aveva portato a una stretta sui benefici penitenziari per quelle persone che erano state condannate per i reati più gravi contro la pubblica amministrazione.
A questo punto si attende che il verdetto venga depositato e che nelle prossime settimane possa essere letto e interpretato ma non c’è dubbio che questa interpretazione della Legge da parte della consulta apra un nuovo fronte giurisprudenziale. I tribunali, secondo la Consulta, dovranno affidarsi a qualsiasi misura alternativa alla detenzione come la condizionale o la sospensione della pena. La Corte ha anche sottolineato che l’applicazione retroattiva di una disciplina necessita di una radicale trasformazione della natura della pena e della sua incidenza sulla libertà personale. Di qui l’incostituzionalità della Spazzacorrotti.
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Tutto e il contrario di tutto nello spazio di poche settimane, addirittura di poche ore. Ma non è la prima volta che la Consulta rilegge in modo anticostituzionale quanto sembrava ormai acquisito dai libri di giurisprudenza. Come la famosa legge 41 bis, quella che determina la pena in un carcere duro per chi è condannato per reati di magia. La Consulta lo aveva esaminato una prima volta nel 1993, poi ancora nel 1998 e infine nel 2017 senza la legge cambiasse. Una sentenza di Strasburgo ha portato la Consulta a definire incostituzionale anche il 41 bis… una legge che gli avvocati pagati profumatamente dai mafiosi avevano inutilmente cercato di abrogare per un quarto di secolo.
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