Scende in campo la Procura di Termini Imerese per indagare sulla morte della 82enne Rosalia Bonetta. Un intervento chirurgico eseguito a Cefalù le era stato fatale.
La Procura di Termini Imerese (Palermo) vuole vederci chiaro, Vuole capire perchè Rosalia Bonetta è morta dopo un intervento chirurgico definito di routine. L’età avanzata della donna, 82 anni, non basta per spiegare un decesso avvolto ancora dal mistero. La donna, originaria di Aliminusa, è morta domenica mattina dopo un intervento chirurgico eseguito a causa di un blocco intestinale. Gli agenti del commissariato di Cefalù hanno sequestrato le cartelle cliniche come disposto dal pm di termini Imerese. E’ stata disposta l’autopsia sul corpo della paziente per accertare le cause della morte le eventuali responsabilità. La risposta dell’ospedale Giglio di Cefalù: “La nostra vicinanza prima di tutto ai familiari della paziente deceduta. Stiamo ricostruendo – spiegano – i passaggi che hanno coinvolto la signora sin dall’ingresso nella nostra struttura. C’è un’indagine in corso per cui non possiamo aggiungere altro. Confidiamo nell’operato dei nostri operatori sanitari così come nel lavoro degli inquirenti affinché si possano escludere eventuali responsabilità”.
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Dopo il primo intervento del commissariato di Cefalù i familiari hanno deciso che sporgeranno una denuncia. Nel frattempo la Procura di Termini Imerese ha comunque disposto il sequestro delle cartelle cliniche e l’autopsia presso l’Istituto legale di Medicina legale del Policlinico. A ricostruire l’ultima settimana prima del decesso è una delle tre figlie dell’82enne. “La mamma – ha detto a PalermoToday Giuseppina Imburgia – è entrata al pronto soccorso due domeniche fa. Aveva avuto qualche problema di stomaco. Abbiamo contattato la guardia medica, è venuta una dottoressa a casa e le ha fatto una puntura. Poi ci ha consigliato di portarla in ospedale”. Una volta arrivata nell’area d’emergenza i medici hanno sottoposto la signora Bonetta a una Tac, eseguendo altri esami. “Il giorno successivo l’hanno ricoverata – prosegue la figlia nel racconto – e hanno provato una terapia per evitare l’intervento. Dopo qualche giorno è arrivata nella stanza di mia madre un’infermiera e ci ha detto: ‘Preparatela perché fra poco la operiamo’. Hanno programmato l’intervento per poi rinviarlo a causa di altre emergenze. Infine, nel pomeriggio, un medico ci ha detto che le avrebbero fatto una radiografia prima di accompagnarla in sala operatoria. E fino ad allora i parametri sarebbero stati buoni”.
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Poi la tragedia. Qualcosa sarebbe andato storto ma non è chiaro se dentro o fuori la sala operatoria, se prima o dopo l’intervento chirurgico. “Siamo profondamente addolorati. Con la mamma – conclude la figlia – avevamo programmato di andare a Milano a fine marzo perché avrebbe voluto conoscere il suo pronipote. Non lo avevamo battezzato perché volevamo che lo vedesse anche lei. Mi aveva detto: ‘Aspettiamo che arrivi la primavera e ci sia più caldo. Purtroppo non ha avuto il tempo di vedere il piccolo…”.