A distanza di poche decine di chilometri l’una dall’altra due nuove emergenze di avvelenamento da monossido di carbonio causate da calderine difettose.
Due diversi casi di avvelenamento da monossido di carbonio hanno portato in ospedale quattro persone in gravi condizioni a distanza di poche ore. Il primo è avvenuto a Sassuolo dove padre e figlia sono stati ricoverati tempestivamente grazie alla presenza di spirito dell’uomo che prima di svenire è riuscito a chiamare il pronto intervento. Il secondo caso si è invece verificato a San Giovanni Persiceto dove due giovani conviventi sono stati soccorsi e trasportati d’urgenza prima in ospedale e poi alla camera iperbarica di Ravenna dove resteranno in osservazione nelle prossime ore.
Evidentemente l’informazione non è mai abbastanza: ogni anno sono sempre troppi i casi di avvelenamento da monossido di carbonio che provocano vittime in quasi tutte le provincie italiane senza eccezione di causa. In molti casi si tratta di episodi legati alla mancanza delle più elementari norme di sicurezza (sfiati e prese d’aria all’interno degli appartamenti) in altri invece si tratta della consapevole decisione degli inquilini di rinunciare alle normali operazioni di manutenzione per la verifica dei gas di scarico.
A Sassuolo si è evitata la tragedia solo perché una delle due persone soccorse, un uomo di 48 anni che si trovava in casa con la figlia 22enne, non appena si è reso conto di avere attacchi di nausea e giramenti di testa e che la ragazza lamentava gli stessi malesseri, ha avuto la presenza di spirito di chiamare i soccorsi e spalancare una finestra. Solo così si è evitato il peggio. La fuga di CO di San Giovanni in Persiceto, è avvenuta all’interno di un ufficio situato in un appartamento residenziale di una palazzina di recente costruzione: anche qui un malore improvviso e il tempestivo intervento delle ambulanze e dei vigili del fuoco che hanno sgomberato e rimesso in sicurezza lo scenario, è stato evitato il peggio.
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Solo nel corso degli ultimi quindici giorni sono stati registrati altri casi a Spezia, Bolzano, in provincia di Taranto, a l’Aquila e ancora a Bologna: i comuni hanno ulteriormente stretto il regime dei controlli su appartamenti e calderine provvedendo con verifiche a sorpresa e a rotazione tra proprietari e residenti e comminando sanzioni anche di una certa importanza quando gli impianti non risultano a norma.
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