Sette plichi contenenti polveri misteriose in una settimana. Il quotidiano La Repubblica e il suo fondatore Scalfari nel mirino di chi?
Circa un mese fa, il 15 gennaio, l’allarme bomba alla sede romana del quotidiano. E negli ultimi 10 giorni sette lettere intimidatorie: qualcuno vuole spaventare La Repubblica e il suo fondatore Eugenio Scalfari. Sette lettere inviate da indirizzi esteri e contenenti polvere sospetta. L’ultima è arrivata questa mattina nella sede centrale del quotidiano a Roma. È stata spedita con posta aerea dall’Inghilterra e il presunto mittente è Squiggle, un sito che vende online articoli da regalo e cartoleria. All’interno c’era una busta grigia contenente un involucro di plastica. La Digos e l’unità Nbcr (nucleare – biologico – chimico – radiologico) dei Vigili del fuoco sono state allertate.
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I plichi dei giorni scorsi, sui quali la procura di Roma ha aperto un’indagine per minacce, contenevano polveri bianche e marroni che ora si trovano, per essere analizzate, in un laboratorio di Foggia. Gli esami preliminari hanno escluso che si tratti di sostanze radioattive o esplosive. Le prime cinque lettere – quattro dalla Germania e una dalla Francia – erano arrivate alla segreteria di direzione domenica 2 febbraio e, su ordine degli artificieri della Polizia e della squadra antibatteriologica dei Vigili del Fuoco, era stato necessario evacuare una parte dell’edificio.
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Gli episodi si inseriscono in una serie di intimidazioni e minacce di morte indirizzate ai lavoratori di Repubblica, al suo fondatore Scafari e al direttore Carlo Verdelli, cominciate il 15 gennaio scorso con l’allarme bomba. Eugenio Scalfari non ha paura e scrive oggi un editoriale: “Repubblica è nata dichiarandosi un giornale indipendente ma non neutrale. Ha conservato e conserverà sempre queste sue caratteristiche, alle quali mi permetto di aggiungerne una terza: sarà sempre un giornale che non ha timore di assumere posizioni e difenderle, le intimidazioni non mi hanno mai intimorito”.