Il ministro Nunzia Catalfo inizia le consultazioni circa i grandi temi sul mondo dell’occupazione coordinando personalmente i lavori. Ma ieri si sono aperte due emergenze drammatiche.
Sono giorni di lavoro estremamente intenso per il Ministro del lavoro e delle politiche sociali Nunzia Catalfo. La notizia degli esuberi in Unicredit, si parla di oltre seimila possibili licenziamenti in Italia e di non meno di 450 filiali che potrebbero essere chiuse in tempi brevi, si è aperto un nuovo tavolo di crisi che potrebbe durare settimane. A questo si è aggiunta la situazione drammatica di AirItaly per la quale si parla apertamente di messa in liquidazione e di stato di crisi.
Sicuramente ci saranno anche questi argomenti a tenere banco nel corso del tavolo di confronto sul lavoro che si terrà a Palazzo Chigi e che avrà quattro temi centrali all’ordine del giorno. Il salario minimo, con equo compenso e lavoro autonomo, le pensioni, gli incentivi per occupazione, formazione e ammortizzatori sociali e la sicurezza sul lavoro.
Un tentativo da parte di Nunzia Catalfo di mettere ordine tra diversi argomenti e numerosi interlocutori. Il lavoro resta un tema centrale proprio a fronte delle situazioni di crisi più significative ancora sul tavolocome ad esempio il caso dell’Arcelor Mittal di Taranto.
Il piano di ridimensionamento di Unicredit, a fronte di un considerevole calo del numero dei correntisti che secondo i portavoce del colosso bancario si sarebbe addirittura dimezzato in pochi anni, continua a fare discutere. I sindacati hanno definito la volontà di Unicredit di dismettere 450 filiali annunciando seimila esuneri “inaccettabile”. Inevitabile a questo punto l’intervento del ministro del Lavoro che ha convocato d’urgenza i vertici della banca. L’incontro è già stato fissato per il 21 febbraio. Unicredit è in forte recesso non solo in Italia: anche in Germania e Austria, dove il piano di ridimensionamento è già partito, i numeri sono preoccupanti. I sindacati però contestano che l’Italia dovrebbe accollarsi quasi il 78% dei costi di questo snellimento del gruppo, 1.1 miliardi di euro in tutto.
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Nel corso del fine settimana intanto il ministro ha presenziato a un convegno ad Acqui Terme per parlare di reddito di cittadinanza. “In dieci anni, dal 2008al 2018 – ha detto nel suo intervento Nunzia Catalfo – la povertà assoluta era crescita da 2 a 5 milioni ma con il reddito di cittadinanza abbiamo tolto dalla povertà 2 milioni e mezzo di persone. Si tratta di un piano in divenire: entro il 2021 saranno anche rafforzati i centri per l’impiego, con 11600 nuovi operatori da assumere, per un investimento complessivo di 2 miliardi. Abbiamo messo le fondamenta”.
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