Elezioni in Irlanda. I numeri premiano i liberal conservatori di Michael Martin, ma incalza la sinistra nazionalista di Mary Lou McDonald, la vera vincitrice popolare. Situazione ingarbugliata, si cercano alleanze per governare.
Come spesso accade, non bastano i numeri per delineare la maggioranza di governo. E’ successo anche in Irlanda dove le distanze tra i candidati sono risicate e si cercano alleanze che potrebbero cambiare radicalmente il volto del Paese. Si è chiuso nella notte lo spoglio delle elezioni per l’assegnazione di tutti e 160 seggi. In testa per numero di deputati chiudono a quota 38 i liberal-conservatori del Fianna Fail di Micheal Martin, non più alla guida del governo da 12 anni. Segue a ruota la sinistra nazionalista dello Sinn Fein di Mary Lou McDonald, vincitrice del voto popolare col 24,5% contro il 22,2 del partito di Martin. Solo terzo è il Fine Gale (Ppe) del premier uscente filo-Ue, Leo Varadkar, che si ferma a 35 deputati.
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Il risultato delle elezioni irlandesi lascia incerta la partita per la formazione del governo e per l’indicazione del premier, carica che la McDonald, portabandiera dell’unificazione con l’Ulster e soprattutto di un programma economico-sociale radicale, rivendica per sé. Decisivi potrebbero essere i 21 deputati indipendenti, ma anche i partiti minori di centro-sinistra e di sinistra, tutti in crescita: Verdi a 12 seggi, Laburisti e Socialdemocratici a 6 ciascuno e Alleanza Anti-Austerity Popolo Prima del Profitto a 5.