Allarme Leung: “Il Coronavirus potrebbe infettare il 60% del mondo”

Focolai di coronavirus nelle principali città di tutto il mondo potrebbero diventare inevitabili a causa del notevole movimento di persone. Pessimista l’esperto Leung.

Coronavirus: “Potrebbe infettare il 60% della popolazione mondiale”. Va detto che gli studiosi della nuova epidemia si dividono in due squadre: quella degli ottimisti e quella dei pessimisti. E il professor Gabriel Leung, ha sempre fatto parte della seconda. Per fortuna, nelle sue ultime esternazioni, usa spesso il condizionale. Potrebbero nascere focolai di coronavirus nelle principali città di tutto il mondo a causa del notevole movimento di persone che erano infette ma che non avevano ancora sviluppato i sintomi. Lo ha spiegato il docente dell’Università di Hong Kong, uno dei massimi esperti mondiali sulle epidemie di coronavirus.

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I contagi da Coronavirus 2019-nCoV potrebbero essere stati sottostimati e la verità è che il virus che ha già fatto oltre un migliaio di morti in Cina: “potrebbe infettare oltre il sessanta per cento della popolazione mondiale”. Interpellato dal Guardian, Leung, che ha svolto un ruolo importante nell’epidemia di Sars nel 2002, si dice convinto che milioni di casi non siano stati segnalati e che, in mancanza di una strategia di contrasto al diffondersi del contagio, oltre la metà della popolazione mondiale potrebbe essere infettata senza saperlo. Il suo avvertimento è giunto dopo le parole del capo dell’Organizzazione mondiale della sanità secondo il quale i recenti casi di pazienti affetti da coronavirus che non avevano mai visitato la Cina potrebbero essere solo la punta dell’Iceberg. Leung è convinto che ogni persona infetta potrebbe trasmettere il virus a circa 2,5 persone. Un dato che se confermato potrebbe voler dire una strage anche se il tasso di mortalità sarebbe decisamente inferiore a quello finora indicato.

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Secondo Leung, è inspiegabile come in alcuni Paesi con collegamenti con la Cina non sembrano esserci infetti. Per l’esperto ogni Paese dovrebbe adottare misure drastiche come accaduto in Cina con intere città in quarantena. A dargli ragione il caso del “super diffusore”, un cittadino britannico che ha infettato decine di persone senza sapere di essere malato.

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