La regina Elisabetta II del Regno Unito ha 93 anni e da quasi 70 (è salita al trono alla morte del padre Giorgio V el 1952) regna sui sudditi britannici: è la monarca più longeva della storia del regno sia per età sia per durata ma non è eterna e infatti l’apparato si sta preparando. Come? Con un piano segreto da attuare alla sua morte.
Tutti sicuramente conoscono la popolare canzoncina London Bridge is falling down, che ricorda il celebre ponte di Londra più volte crollato e altrettante ricostruito. Ma cosa c’entra con la regina? C’entra, perché è la frase in codice che, comunicata al primo ministro britannico (oggi sarebbe Boris Johnson) fa scattare il piano dopo il suo decesso. Il quotidiano britannico The Guardian ha ricostruito tutte le fasi del piano e noi qui ve le riportiamo.
Le fasi del piano London Bridge
Si tratta di un dossier segreto reso noto solo ora ma che è in costante evoluzione dagli anni ”60: il giorno della morte della Regina viene identificato come D-day e i nove giorni che seguono come “D+1”, “D+2”.
Dopo essere stata comunicata al primo ministro britannico su linee sicure, la notizia della morte della sovrana verrà resa nota dall’unità di crisi del ministero degli Esteri britannico, che si trova in un luogo segreto di Londra, agli altri paesi del Commonwealth.
A rendere pubblica la notizia sarà un flash della Press Association, l’agenzia di stampa britannica. Un impiegato uscirà da Buckingham Palace per esporre sul cancello un cartello che comunica il lutto nella casa reale. L’avviso verrà mostrato, su fondo nero, anche sul sito web.
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La comunicazione pubblica della morte della Regina Elisabetta
La Bbc, televisione di stato britannica, attiverà un sistema di trasmissione di allarmi radio (denominato Rats), risalente addirittura al periodo della guerra fredda e progettato per resistere a un attacco esterno. Tutti i programmi saranno interrotti per dare la notizia della morte della sovrana in un notiziario della BBC a reti unificate, condotto da giornalisti in completo nero.
Le due camere del parlamento britannico si riuniranno nelle ore immediatamente successive alla morte. A seconda del luogo del decesso della regina, l’operazione London Bridge prevede diverse ipotesi.
Nel caso in cui dovesse avvenire in Scozia, il feretro della regina raggiungerà Londra via treno e secondo le indicazioni, migliaia di persone si raccoglieranno lungo i binari per renderle omaggio. Se invece dovesse avvenire durante un viaggio all’estero, un aereo del 32esimo squadrone della Raf, noto come Royal Flight, la riporterebbe immediatamente nel Regno Unito.
Il giorno seguente la morte di Elisabetta, il figlio Carlo sarà proclamato re a St. James’s Palace, la residenza reale di Londra. Da Trafalgar Square le Royal Guards annunceranno la notizia e da Hyde Park saranno sparate 41 cannonate a salve.
La responsabilità dell’organizzazione dei funerali è affidata all’Earl Marshal, il conte maresciallo di Inghilterra, l’attuale diciottesimo dura di Norfolk. La bara della regina verrà portata in processione da Buckingham Palace all‘abbazia di Westminster per le esequie solo il quarto giorno dopo la morte. La processione raggiungerà quindi il castello di Windsor. Lì, nella cappella, il re Carlo farà cadere sul feretro un pugno di terra versata da una coppa in argento.
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È morta la regina, Dio salvi il re!