Patrick Zaky, arrestato all’aeroporto del Cairo per istigazione al terrorismo, ha raccontato la tragedia che ha vissuto quando è stato torturato.
5 minuti: questo è il tempo che è stato concesso a Patrick Zaky, attivista e studente bolognese, con il suo avvocato prima di essere arrestato per istigazione al terrorismo. Pochi attimi che gli sono serviti per raccontare gli orrori e le sevizie subite durante la prigionia: “Era pieno dei segni delle botte ricevute – ha spiegato l’avvocato che lo segue – ma sono stati attenti e professionali. Hanno usato cavi elettrici volanti, nessuno strumento che lasciasse intravedere l’utilizzo dell’elettrochoc. Si tratta di vere torture”.
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“Gli aguzzini di Zaky sono gli stessi di Giulio”, denuncia Mohamed Lofty al quotidiano La Repubblica dice: “Patrick è stato arrestato per i suoi studi in Italia. A prendere Patrick è stata la Sicurezza nazionale, il servizio segreto civile, lo stesso coinvolto nel sequestro, tortura e omicidio di Giulio, e che ha cinque ufficiali indagati per questo dalla procura di Roma”.
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“L’omicidio di Giulio continua a essere un’inaccettabile spina nel fianco per il nostro governo e, in qualche modo, ci sono anche delle analogie con l’arresto di Patrick: sono studenti in un Paese in cui la cultura fa molta paura”, di fatto “vittime di paranoie, scambiati per quello che non sono”. Ora si attende il processo.