Il congedo di monsignor Gaenswein potrebbe essere il segno di un ridimensionamento dell’influenza di Ratzinger in Vaticano. A tutto vantaggio del ruolo di papa Francesco.
Una chiesa, due papi: uno regnante e l’altro emerito, certo. Ma entrambi in vita. E’ la straordinaria situazione che stiamo vivendo in questi anni, da quando nel 2013 papa Benedetto XVI, al secolo Joseph Ratzinger, fece un passo indietro. O un “passo di lato”, come disse nel 2016 monsignor Georg Gaenswein. Chi è? E’ il prefetto della Casa Pontificia nonchè segretario particolare di Joseph Ratzinger, il papa emerito. Parlare di “passo di lato” per molti fu intendere come una sorta di “ministero allargato”, dando adito a teorie quasi complottiste: due papi in lotta, dimissioni di Benedetto XVI non valide, scontri oscuri all’interno della chiesa.
Leggi anche ->Papa Francesco: “La Chiesa non può chiudersi davanti a violenza e ingiustizia”
Una figura a modo suo ingombrante, quella di Gaenswein: avrebbe dovuto essere un punto di contatto tra Bergoglio e Ratzinger, senza però esserlo mai veramente. Due modi molti diversi d’intendere e di mettere in pratica il ruolo di vertice assoluto della Chiesa. Spesso messi in contrapposizione tra loro, nonostante Benedetto XVI, dalla rinuncia in poi, abbia più volte ripetuto che il Papa è uno, ed è Francesco. Nonostante questo gli oppositori di Bergoglio – e nella Chiesa ce ne sono, eccome – hanno spesso utilizzato la contrapposizione tra i due come strumento di attacco “politico” nei suoi confronti. Anche perchè Ratzinger, nonostante il suo passo indietro, è di fatto un riferimento per la parte più conservatrice della Chiesa, che contesta parte pontificato di Bergoglio. Gaenswein avrebbe potuto contribuire ad evitare tutto questo, senza riuscirci.
Leggi qui ->Studente egiziano dell’Università di Bologna arrestato a Mansoura: si attiva la Farnesina
La goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso sarebbe stata la pubblicazione di “Dal Profondo del Nostro Cuore”, il libro in cui Ratzinger, insieme al cardinale conservatore Robert Sarah, si oppongono con forza all’abolizione del celibato sacerdotale. Bergoglio – questo almeno si dice nell’ambiente dei vaticanisti – si sarebbe aspettato che Gaenswein riuscisse nell’evitare questo equivoco: proprio quando si parla di sacerdozio alle persone laiche, il papa emerito sostiene l’importanza del celibato. Forse davvero una “goccia” di troppo, che potrebbe aver innescato l’allontanamento di Gaenswein, cioè il “congedo” che non è ancora stato ufficializzato. E che potrebbe indicare il ridimensionamento del “ratzingerismo” all’interno del Vaticano.