Andrè Calantzopoulos, CEO di Philip Morris, svela la crescita della vendita di sigarette senza combustione. “Se fanno meno male delle sigarette dovremmo poterlo dire ai consumatori”.
Philip Morris è da sempre considerato uno dei colossi per quanto riguarda il mercato del fumo. Ma negli ultimi anni c’è stato un aumento esponenziale nella vendita delle cosiddette sigarette elettroniche. E allora ecco che anche uno dei pilastri del mercato ha deciso di spostarsi in maniera netta su questo mercato. Almeno questo è quanto è stato dichiarato dal Ceo della compagnia, Andrè Calantzopoulos. Il dirigente greco, in un’intervista rilasciata per il Corriere della Sera, ha parlato di una svolta che ha anche il sapore della sfida.
“Abbiamo deciso di crescere senza fumo – ha dichiarato il capo di Philip Morris – . Vogliamo sostituire le sigarette con prodotti innovativi potenzialmente meno dannosi, sostenuti dalla comunità scientifica“. Questo è anche un fattore molto positivo per l’economia italiana, visto che la società intende investire un miliardo nel nostro Paese. Da qui anche la nascita di quelli che sono conteggiati in circa 1.200 posti di lavoro. A giovarne in particolare sarà la città di Bologna, dove è stato aperto il più grande stabilimento di sigarette senza combustione al mondo.
Calantzopoulos ha fatto capire che la scelta di puntare sull’Italia è stata ben studiata, prima di arrivare alla decisione definitiva. “Abbiamo preferito l’Italia alla Germania, i due Paesi finalisti, per la presenza della filiera emiliana del packaging. Oggi nel vostro Paese i nuovi prodotti valgono il 4,8% del mercato, ma nelle grandi città siamo sopra il 10%. Dopo due test pilota a Milano e in Giappone, e il lancio nel 2015, oggi il prodotto a tabacco riscaldato rappresenta circa l’8% dei nostri volumi totali e, nel quarto trimestre, il 19% dei ricavi complessivi“.
Tutti gli investimenti di Philip Morris
Tra le altre cose, il mercato dei prodotti senza combustione è in costante aumento e tocca tutti gli angoli del mondo. Il Ceo di Philip Morris, nel corso dell’intervista, sciorina qualche numero. “Nel mondo contiamo oltre 13 milioni di utenti Iqos, di cui 10 milioni hanno abbandonato le sigarette tradizionali. La nostra azienda investe oltre il 60% della spesa totale nei nuovi prodotti e il 100% del marketing. A questi ritmi con l’attuale quadro regolatorio, entro il 2025 puntiamo a raggiungere il 30% circa dei volumi, equivalente a 40 milioni di ‘fumatori’ e intorno al 40% dei ricavi. Se cambieranno le leggi servirà meno tempo“.
Calantzopoulos ha anche svelato che l’impegno della sua azienda andrà anche oltre la semplice produzione. Bisogna infatti tenere la gente informata sul fatto che le sigarette elettroniche non fanno male, o sono comunque meno nocive di quelle normali. E allora ecco il lancio di nuove campagne di informazione, anche in formato digitale. “Nel prossimo mese lanceremo una app per limitare il fumo grazie al riconoscimento facciale. Vieteremo la vendita a chi, a seconda del Paese, non ha l’età per fumare. Se le sigarette elettroniche fanno meno male delle normali, dovremmo poterlo dire ai consumatori“.