Matteo Salvini dall’opposizione assiste allo spettacolo di un governo impantanato nella sue posizioni e racconta il piano per il futuro della Lega.
Matteo Salvini in un’intervista a La Stampa racconta il suo punto di vista sul Paese, rivolgendo aspre critiche al governo: «impantanato in continui litigi e rinvii su tutto: sulle concessioni autostradali non ha scelto, tenendo fermi 13 miliardi di lavori di manutenzione». Sulla possibilità di rimanere fermo all’opposizione inoltre dice: «Ma guardi, io all’opposizione sto tranquillo. Studio, incontro amministratori delegati, imprenditori, cardinali. Quando incontro imprenditori non mi chiedono se sono moderato o sovranista ma come penso di risolvere i loro problemi». Una strada lineare, anche se un po’ moderata.
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I piani per il prossimo anno anche sono trasparenti: «Nel 2021 si voterà peri sindaci di Torino, Milano, Bologna e Roma. Stiamo coinvolgendo professionisti e imprenditori che finora si tenevano lontano dalla Lega e dalla politica. Ecco, noi proporremo candidati sindaci civici, persone che non hanno necessariamente la tessera di partito in tasca. Il modello è Marco Bucci, il sindaco di Genova che fa patte della nostra area politico-culturale e che sta lavorando benissimo». «Quando dico che stiamo studiando e incontrando tante persone di mondi diversi e anche lontani dal nostro significa che voglio andare avanti in questa direzione. Incontro più ambasciatori e premier ora che quando ero ministro, che ci vedono come interlocutori credibili perché all’estero si rendono conto che questo governo non ha prospettive».
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Solo un dettaglio potrebbe bloccarlo: questa settimana si vota l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti. «È pazzesco, non so quanto costi in termini di uomini e denaro dimostrare che sono un criminale, ma non ho paura e spiegherò in tribunale che ho difeso il mio Paese». Poi conclude commentando le dichiarazioni del ministro che ha sostenuto che l’odio fosse un’emergenza nel Paese: «Se fossi il ministro dell’Interno mi preoccuperei di combattere la mafia, la ‘ndrangheta, la camorra, gli spacciatori, gli assassini. Magari l’odio fosse emergenza: quella vera è la droga che uccide migliaia di persone. Invito il ministro Lamorgese a darsi una mossa».
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