Dopo 13 anni esce dal carcere, sarà una funzionaria della Procura

Una storia paradossale quella che arriva dalla Puglia, dal Salento nello specifico.

Era stata condannata per l’uccisione del marito, dopo 13 anni esce dalla casa circondariale per poter lavorare. Finisce negli uffici della Procura di Lecce, da dove passò anche il suo fascicolo.

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Lucia Bartolomeo ha oggi 45 anni, l’infermiera di Taurisano condannata all’ergastolo, con sentenza definitiva, per l’omicidio del marito Ettore Attanasio, il fabbro morto a 34 anni la notte fra il 29 ed il 30 maggio del 2006.

Il caso assunse rilevanza nazionale, per via delle indagini volte a capire se fosse stata davvero lei, quella notte, ad uccidere il marito con una overdose di eroina.

La riabilitazione professionale

Tra perizie e controperizie, anche sui messaggi telefonici inviati ad un altro uomo, l’imputata si è sempre professata innocente, raccontando la sua verità nella trasmissione di Rai Tre “Storie maledette”, condotta da Franca Leosini, mentre in aula si avvalse della facoltà di non rispondere alle domande dei giudici.

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Ora la Bartolomeo beneficia della legge sull’ordinamento penitenziario che consente ai detenuti di lavorare fuori dal carcere (avendo comunque espiato almeno dieci anni di detenzione) e lei, paradossalmente, è finita per fare fotocopie proprio negli uffici della Procura di Lecce, da dove passò anche il suo fascicolo. Vi lavora per quattro ore al giorno, con il vincolo di poter comunicare con gli altri solo per questioni strettamente attinenti all’ufficio.

L’ergastolo

Per quanto la sentenza che la condanna all’ergastolo sia ormai definitiva, la donna tramite l’avvocato fiorentino Pardo Cellini, tra i massimi esperti di risarcimenti da errore giudiziario, punta sempre alla revisione del processo per dimostrare gli errori alla base di perizie ed autopsie.

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La 45enne ha pure ottenuto un permesso premio, il primo dopo l’arresto avvenuto il 28 maggio del 2007 e dopo le tante istanze respinte.

 

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