Sarebbero nove gli arresti da parte del governo cinese che nelle ultime ore ha prelevato tutti i medici che avevano parlato pubblicamente, anche attraverso i social del coronavirus: arrestato anche il medico che denunciò l’insabbiamento della SARS.
Il coronavirus sta diventando non solo un caso sanitario e umanitario ma anche politico. Stando a notizie che rompono il riserbo che il governo cinese ha imposto a giornali, agenzie e social network, sarebbero stati effettuati non meno di nove arresti tra medici che hanno voluto parlare della malattia e delle sue complicazioni. La notizia ovviamente non è stata confermata in alcun modo da Pechino.
Il caso più clamoroso è quello del generale Jiang Yanyong, ottantotto anni, un autentico luminare della medicina cinese: chirurgo, specialista in malattia infettive e immunologie, il medico era salito all’onore della cronaca più di un anno fa quando aveva accettato di parlare con un giornalista americano della SARS. Eravamo molto lontani dal primo segnale del coronavirus: il generale Yanyong, in pensione da alcuni anni, denunciò il tentativo da parte del governo cinese di insabbiare lo sviluppo della SARS.
Dopo due giorni il medico, che versava in condizioni di salute molto problematiche, venne prelevato dalla sua abitazione e interrogato per diversi giorni.
Poi fu accompagnato a casa e di fatto costretto agli arresti domiciliari: non può uscire, non può comunicare con l’esterno, lo possono visitare solo i parenti più stretti, sorvegliati a loro volta.
La notizia è diventata di dominio pubblico dopo che un messaggio è riuscito a rompere la chiusura delle comunicazioni allo stesso giornalista che lo aveva intervistato.
Da qui in poi sono aumentate le notizie di altri fermi di medici o ricercatori che in qualche modo avrebbero lavorato sul coronavirus e che erano potenzialmente collegabili alla malattia e contattabili dalla stampa straniera. Di fatto sono tutti indisponibili…
Questi e altri episodi stanno alimentando la protesta interna alla Cina, relativa soprattutto al movimento di protesta prodemocrazia di Piazza Tiananmen, molto vicino ai movimenti di piazza che negli ultimi mesi hanno portato in piazza milioni di persone a Hong Kong con violentissimi scontri e centinaia di arresti.
La moglie di Jiang Yanyong, Hua Zhongwei, ha direttamente confermato la notizia dell’arresto: “Non gli sono consentiti contatti con persone all’esterno. È in casa ma non ha modo di comunicare con l’esterno al telefono o con il computer, Non sta bene, né fisicamente né psicologicamente. È un uomo molto provato e abbattuto. Quando fu arrestato stava curando una brutta polmonite dalla quale non si è mai completamente ripreso”.
I nove arresti di cui parla il movimento prodemocrazia non sono stati mai confermati da Pechino. Il governo parla solo di “alcune indagini per assicurare alla giustizia i responsabili di campagna di disinformazione pericolose che hanno alimentato paura causando un cattivo impatto sociale”. Il movimento Tienanmen denuncia invece rastrellamenti in alcuni laboratori da dove i medici sono stati letteralmente prelevati con la forza.
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