L’Organizzazione Mondiale della Sanità rende noto che fino a questo momento gli animali domestici non risultano essere una fonte di contagio: ma permane il clima di grande prudenza.
Con il passare dei giorni e l’evolversi del virus, studiato in tutte le sue mutazioni da almeno un migliaio di lavoratori pubblici e universitari in tutto il mondo, arrivano sempre nuove indicazioni sul coronavirus. Si è scoperto che potrebbe essere stato trasmesso all’uomo non da un serpente ma da un pangolino, un piccolo animale molto simile all’armadillo, non presente nel nostro paese e abbastanza raro anche in Cina.
Sarebbe stato proprio un pangolino a ospitare il virus e la sua mutazione che sarebbe poi stata trasmessa all’uomo. Ma una delle grandi preoccupazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità era quella di accertare che il virus non potesse attecchire sugli animali domestici, cani, gatti, roditori da appartamento (cavie, topolini d’india, conigli e furetti). E a quanto pare questa eventualità può essere definitivamente scongiurata.
“Al momento non ci sono prove di un possibile contagio agli animali domestici” dice l’OMS in un aggiornamento dei suoi mythbusters, informazioni in pillole diffuse on line nel tentativo di contrastare psicosi e fake news. Ma questo non vuol dire che il rischio non possa profilarsi in un prossimo futuro magari in nuclei familiari che anche inconsapevolmente hanno contratto il virus.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità continua a distribuire on line attraverso il suo sito ufficiale e tutte le sue pagine social, consigli e informazioni che in un momento di grande confusione come questo non sono mai banali.
“Si raccomanda di lavarsi sempre le mani con l’acqua e il sapone dopo il contatto con gli animali, soprattutto se questi vivono all’esterno dell’abitazione o sono soliti tornare a casa dopo alcune ore fuori dall’appartamento”. Un caso che riguarda in particolare molti gatti.
Tra i virus che possono riguardare gli animali domestici ci sono parecchi batteri comuni come l’escherichia coli, abbastanza frequente anche nel nostro paese tra cani e gatti randagi, e salmonella: “…E questi sono comunque batteri che possono essere trasmessi dall’animale all’uomo” chiarisce l’OMS nelle sue note informative.
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In questo momento sono controllati con ancora maggiore attenzione tutti i prodotti importati dalla Cina, soprattutto quelli di origine animale. Il Centro Europeo per il Controllo delle Malattie fa sapere che l’eventualità che dal filtro delle dogane possa passare qualche prodotto di origine animale infetto è molto remoto. “In questo momento – si legge in una nota dell’organizzazione europea – sono pochissimi i prodotti di origine animale che possono essere importati dalla Cina all’interno dell’Unione Europea e la profilassi è estremamente stretta e prevede rigidissimi requisiti sanitari e controlli estremamente accurati”.
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