Si tratta di uno dei primi casi in Italia: una donna sarda, di professione badante, è stata condannata con l’accusa di tortura nei confronti di un anziano invalido del quale si occupava.
Il fatto risale al novembre del 2017. Siamo ad Alghero, nel nord della Sardegna. Una donna di 66 anni, Francesca Gaspa, era stata arrestata con l’accusa di tortura dopo essere stata scoperta a cospargere di feci il volto di un invalido di 90 anni, del quale si occupava.
Il processo di primo grado con rito abbreviato si era concluso davanti al giudice del tribunale di Sassari, lo stesso che ha oggi confermato l’accusa nei confronti della donna, originaria di Osilo ma residente ad Alghero, con due anni con la condizionale. Il giudice ha inoltre riconosciuto un risarcimento del valore di 8 mila euro a favore della parte danneggiata, oltre anche al pagamento delle spese legali dal valore di circa 5 mila euro.
Già nel dicembre 2017, dopo il processo di primo grado, si era espressa in merito alla drammatica situazione la figlia dell’anziano. Come riportano le fonti locali, infatti, Maria Vittoria Pirisi – questo il nome della donna – la badante “sembrava una persona fidata, tra l’altro ce l’aveva raccomandata l’amica di una amica di famiglia”.
“Ora che è agli arresti domiciliari non potrà fare altro male. […] Sicuramente adesso questa signora non è più nelle condizioni di danneggiare nessuno, dal momento che stava cercando un nuovo lavoro”, raccontava la Pirisi tre anni fa. Ad oggi, però, la famiglia dell’anziano ha finalmente trovato la pace.
Il caso di Alghero, con protagonista Francesca Gaspa, si presenta uno dei primi casi in Italia di condanna per tortura – così come riportano anche i quotidiani locali sardi. Il reato è stato infatti introdotto nel nostro paese (attraverso il 613 bis del codice penale) a luglio del 2017.
La prima sentenza di condanna in Italia per il reato di tortura, infatti, si è verificata lo scorso anno, nel luglio 2019. La condanna era stata emessa dal Tribunale per i minorenni di Milano, nei confronti dei quattro ragazzi, tutti di 15 anni, accusati di aver segregato e picchiato un loro coetaneo all’interno di un garage, in quel di Varese.
La seconda, invece, si rintraccia nei fatti avvenuti in provincia di Taranto, dove sei minorenni sono stati accusati (insieme ad altri due complici maggiorenni) di delitti di tortura aggravata, danneggiamento aggravato, violazione di domicilio e sequestro di persona, nei confronti di un pensionato originario di Manduria.
La vittima è Antonio Cosimo Stano, un uomo di 66 anni affetto da evidenti problemi psichici, morto poi per mano dei suoi giovani aguzzini ad aprile 2019. Per i giovani torturatori, tuttavia, il carcere non sarà previsto. Solo a uno di loro, il minore protagonista di uno dei video degli assalti, è stato chiesto di procedere col giudizio con rito abbreviato.
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