È stata una serata un po’ sofferta quella del giovedì, la terza del Festival di Sanremo con una scaletta troppo fitta, qualche ritardo e un po’ di problemi tecnici e di improvvisazioni impreviste.
Il progetto era molto ambizioso, fare stare in un’unica serata ventiquattro cover, tutte in gara anche per la classifica generale del festival, un monologo di Roberto Benigni, due co-conduttrici straniere alla loro prima esperienza su un palco italiano, le canzoni di Tiziano Ferro (abbastanza scocciato per il ritardo con cui è salito sul palco mercoledì notte) e vari altri ospiti. Alla fine Amadeus ce l’ha fatta ma è stata una faticata. La serata si chiude alle 02.10 con circa venticinque minuti di ritardo sulla tabella di marcia e Amadeus che di fatto rincorre tutti gli ultimi segmenti per non fare tardi.
L’idea di assegnare ai cantanti il compito di rileggere una canzone della storia del Festival non era neanche male. A ognuno la piena libertà di riarrangiare il proprio brano secondo le sue caratteristiche. A votare erano i professori dell’orchestra dell’Ariston, fior di professionisti che in passato hanno anche contestato vivacemente il parere della giuria di qualità.
Chi come Rafael Gualazzi ha proposto una versione molto rispettosa di “E se domani” eseguita insieme alla splendida Simona Molinari è stato quasi penalizzato rispetto a chi, come Anastasio, ha deciso di trasformare in una rabbiosa esecuzione rap “Spalle al muro” di Renato Zero. Questa, con l’appoggio della PFM è stata senza dubbio una delle cose migliori della serata con il testo urlato di Anastasio che nel finale diventa quasi un’invettiva alla società che “mastica e vomita” la coscienza degli anziani. Arisa ha tentato con qualche difficoltà di dare una chiave di lettura diversa a “Vacanze Romane”, ma la versione di Antonella Ruggiero forse è inarrivabile per chiunque. Francamente imbarazzante l’esibizione di Elettra Lamborghini con “Non succederà più”, il brano meno impegnativo in assoluto che la twerking queen è riuscita a non cantare e nemmeno a interpretare.
Tosca ha eseguito una versione meravigliosa di “Piazza Grande” confermando non solo la sua straordinaria voce ma anche una presenza teatrale che negli ultimi anni ha acquisito una consapevolezza e una maturità assoluta grazie al sodalizio sentimentale e artistico con il marito Massimo Venturiello… una straordinaria sintesi di classe, cura e talento.
Morgan, che in mattinata aveva minacciato di non esibirsi perché voleva provare molto di più rispetto alle brevi sessioni che gli erano state concesse, e che erano le stesse per tutti gli artisti, sale sul palco per dirigere l’orchestra: uno dei suoi sogni. Dovrebbe cantare, suonare e dirigere. Troppo anche per un funambolo come lui. L’esecuzione di “Canzone per Te” di Sergio Endrigo non convince, è imprecisa in qualche caso addirittura sbagliata. Morgan aveva il sogno di dirigere l’orchestra ma a quanto pare l’entusiasmo non è stato ricambiato perché gli orchestrali lo spediscono all’ultimo posto in classifica.
Con un lungo monologo tutto incentrato sul Cantico dei Cantici, Roberto Benigni ricalca il format collaudato con Dante. Un paio di battute di satira politica: “Ora è tutto diverso – attacca il comico toscano – quest’anno si può votare anche col citofono, voi venite qui e dite sappiamo che qui c’è gente che canta e votate”. Poi un divertente prologo sull’amore… “dipendesse da me si farebbe all’amore sempre ovunque e comunque anche qui a Sanremo con l’Orchestra, diretti da Peppe Vessicchio”. Quindi offre la sua rilettura del Cantico dei Cantici, un momento forse anche troppo alto per la serata e per Sanremo che il pubblico applaude ma in modo un po’ sorpreso. Evidentemente avrebbero preferito Checco Zalone. Benigni aveva provato per circa 40’ ma alla fine il suo intervento ne dura “solo” sedici.
Da una parte Georgina Rodriguez, la signora CR7 (Ronaldo in prima fila ovviamente), che non parla italiano ed è di una bellezza fiera e molto austera, dall’altra la conduttrice albanese Alketa Vejsiu che quasi stordisce di chiacchiere il povero Amadeus che la ascolta in balia degli eventi prima di riprendere il controllo… A microfoni aperti, appena fuori dalla diretta, si sente nitidamente una donna urlare “Quattro minuti!” come se l’intervento fosse durato davvero troppo.
Uno dei momenti più emozionanti è vedere sul palco, tutte insieme, Laura Pausini, Giorgia, Fiorella Mannoia, Elisa, Emma, Alessandra Amoroso e Gianna Nannini per promuovere Una Nessuna e Centomila, il grande progetto benefico per le donne maltrattate e abusate che culminerà a settembre con un grande concerto a Campovolo. A occhio e croce sul palco ci sono dai 200 ai 250 milioni di dischi venduti, una vera nazionale cantanti. Sono elegantissime, compatte e il loro intervento è perfetto: peccato che proprio loro non abbiano cantato.
Alle 02.06 arriva la classifica della serata (e solo della terza serata) sulla base della votazione degli orchestrali alle cover proposte. Stravince Tosca con secondo un Piero Pelù irrefrenabile che ha il merito – una gran bella idea – di portare a cantare sullo schermo Little Tony con la versione originale di “Cuore Matto” e poi tuffarsi in platea. La classifica generale aggiornata sarà resa nota solo questa sera…
Questa invece la graduatoria del giovedì:
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