“Nell’odio in cui siamo immersi c’è spesso assenza totale di pensiero e assoluta ignoranza della storia”, dichiara la Lamorgese”.
Torna a parlare Lucia Lamorgese. Il ministro dell’Interno, insediatasi al posto di Matteo Salvini oltre sei mesi fa, è stata intervistata per l’edizione odierna de La Repubblica. E nel corso dell’intervista ha toccato diversi temi, in primis quello relativo all’odio che sta tornando a dilagare in Italia. Un problema che continua ad avere radici difficili da estirpare, anche per quanto riguarda il rapporto con gli italiani stessi.
L’esordio della Lamorgese in questa intervista sembra quasi voler lanciare un allarme, proprio a causa del dilagamento del senso di odio tra i nostri connazionali. “Non si può essere indifferenti – dichiara – . L’odio è un’emergenza culturale e civile, che mette in discussione le ragioni stesse del nostro stare insieme. Del patto costituzionale nato dalla Resistenza antifascista e dalla mostruosità della Shoah“.
Alla base delle dichiarazioni rilasciate dalla Lamorgese, c’è l’episodio della scritta nazista a Mondovì. Ma anche i continui attacchi nei confronti di Liliana Segre – per ultimo quello da parte della senatrice Alessandra Mussolini – lascia interdetto il ministro. “La scritta nazista di Mondovì, la violenza verbale riservata a Liliana Segre, lo stillicidio di manifestazioni razziste, xenofobe e direi più in generale il disprezzo per il cosiddetto ‘diverso’, che si tratti dello stigma inflitto per il colore della pelle, per ragioni di culto religioso o per le inclinazioni sessuali o per la semplice diversità di genere, dimostrano che è stato superato l’argine e dimostrano, per altro, il definitivo divorzio tra significante e significato nell’uso delle parole“.
Lamorgese e il rapporto con Salvini
La Lamorgese prova a trovare una ragione per cui l’odio è così diffuso in Italia. “Nell’odio in cui siamo immersi c’è spesso assenza totale di pensiero. Assoluta ignoranza della storia. Nonché, il più delle volte, inconsapevolezza di quali ferite si aprano nel ridare corpo a certi fantasmi. È come se nel gesto di odio si riassumesse una nuova ‘normalità’, una declinazione come un’altra della cultura imperante dell’outing. A questo fallimento non voglio rassegnarmi e penso non sia giusto rassegnarsi“.
E poi c’è, inevitabile, un rapporto con il suo predecessore a capo del ministero dell’Interno. Il rapporto tra Lucia Lamorgese e Matteo Salvini non è mai stato florido, e l’attuale ministro non si sbilancia pubblicamente. “Del senatore Matteo Salvini non parlo. È una regola che mi sono data e a cui non intendo derogare. E non lo dico in tono polemico, davvero. Io dico che la Politica, tutta, a prescindere dunque dagli schieramenti, dalle legittime convinzioni di ciascuno, ha urgente bisogno di una igiene delle parole e dei comportamenti“.