Secondo il Ministro Costa l’Italia sembra avere molte potenzialità sul fronte della economia circolare, poi parla dell’emergenza rifiuti.
Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa torna sul problema della differenziata e affronta il tema dell’economia circolare: «L’Italia è il Paese con le migliori performance nel settore. Siamo i maestri dell’economia circolare. Io ci credo così tanto che nella riorganizzazione del ministero dell’Ambiente che ho previsto una direzione generale per l’economia circolare».
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A novembre è stata approvata la legge sull’end of waste: «La legge dice: signore Regioni e Province autonome, siete libere di individuare i vostri ‘end of waste’, fatelo, mentre lo Stato interverrà con decreto su alcune materie specifiche: lo abbiamo già fatto per i pannolini, lo faremo per il polverino da pneumatici fuori uso, la carta da macero, i rifiuti da demolizione, il tessile. Noi abbiamo ceduto alle Regioni una nostra potestà perché vogliamo che si sviluppi velocemente l’economia circolare. Abbiamo in buona sostanza liberalizzato il sistema: manteniamo solo il controllo. Adesso è chiaro che c’è una responsabilità politica e gestionale delle Regioni. Ora tocca a loro».
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«Il problema è l’impiantistica. I player della gestione dei rifiuti sul territorio italiano sono le Regioni e i Comuni. I Comuni hanno la competenza della raccolta, le Regioni hanno l’obbligo della definizione del piano regionale dei rifiuti. Il piano dei rifiuti, che quasi tutte le Regioni hanno, e già il ‘quasi’ la dice lunga, prevede un’analisi territoriale dei flussi dei rifiuti e di quanti impianti servono. La scelta è quindi a livello regionale e territoriale. E qui occorrerà dare risposte. Prendiamo il compost. Se non hai gli impianti per il compost stai rinunciando a una filiera del riciclo dell’umido che oscilla tra il 35 e il 45% della raccolta differenziata. Ergo, gli impianti, laddove servono, vanno fatti. Noi la nostra parte la facciamo. Ma non è che le Regioni possono abdicare al loro ruolo. Senza polemiche». Poi conclude: «C’è un trend positivo del 25% in un anno, che è tanto. Di questo dobbiamo ringraziare la legge Gadda ma anche alla crescita di consapevolezza dei cittadini grazie alle campagne di sensibilizzazione. Ora dobbiamo arrivare al -50%».
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