Uno scampato pericolo che questa volta, più di altre circostanze, aveva davvero fatto paura agli addetti ai lavori.
La psicosi per il coronavirus non ha lasciato scampo alla cameriera che si era occupata di rassettare la stanza d’hotel dei due cinesi ricoverati mentre erano in vacanza a Verona.
Sarebbe vittima di una normale sindrome influenzale la donna ricoverata a Verona per accertamenti dopo avere accusato sintomi febbrili. Il dato emerge dal test effettuato al Dipartimento malattie infettive del Policlinico di Verona, che è risultato negativo. Lo riferiscono fonti dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona. Per la conferma definitiva si attende però il test effettuato all’Istituto Spallanzani e quello dell’ospedale di Padova, centro di riferimento regionale per il Coronavirus.
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«Il marito dell’addetta alle pulizie della nostra struttura ha chiamato l’hotel, informandoci del fatto che i risultati delle analisi parlano di una broncopolmonite e che giovedì la signora dovrebbe essere dimessa e rimandata a casa». Lo dice Luigi Leardini, general manager dell’hotel di Verona nel quale lavora la dipendente della cooperativa che aveva riordinato la stanza dei turisti cinesi in gennaio. «Tanto rumore per nulla, di nuovo si è corso il rischio di danneggiare l’immagine di un’impresa turistica italiana accostandola a causa della psicosi per il coronavirus», ha sottolineato Leardini.
È una dipendente di una cooperativa la donna ricoverata nel reparto di Malattie Infettive dell’Azienda ospedaliera Verona con il sospetto che possa aver contratto il coronavirus dai due turisti cinesi. La donna, madre di due bambini, martedì manifestava forti riniti e tosse. Aveva febbre oltre i 38 gradi. Il marito ha chiamato l’ambulanza, spiegando la dinamica dei fatti: era stata lei a riordinare la stanza dei coniugi cinesi di 67 e 66 anni provenienti da Wuhan che il 23 e 24 gennaio hanno soggiornato a Verona e che ora sono in isolamento all’Istituto Spallanzani di Roma.
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La donna ha due bambini piccoli che hanno evidenziato i medesimi sintomi ma in forma minore, quindi per loro è stato disposto l’isolamento fiduciario domiciliare. I medici che stanno seguendo il caso parlano di «ricovero precauzionale», ma alla signora sono stati prelevati i campioni biologici (tampone) e inviati all’Istituto Spallanzani di Roma, il primo ad aver isolato il Coronavirus. Un virus è già stato identificato. L’idea è che siano stati i figli a trasmetterla alla cameriera, che però è arrivata in ospedale comprensibilmente agitata. Dice Luigi Leardini, general manager dell’hotel di Verona coinvolto nella vicenda: «Non la conosco direttamente, perché lavora per una cooperativa che gestisce l’appalto per la pulizia delle camere. Da quanto ho capito però l’ipotesi più probabile è che sia stata colpita da banale influenza e il ricovero sia appunto solo precauzionale. Mi dispiace per la signora e anche per l’albergo, che purtroppo rischia di nuovo di venire ingiustamente associato alla questione Coronavirus».
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